venerdì 4 aprile 2014
Quante fiere ci saranno in Italia? Tantissime, troppe, non solo come eventi ma persino come edifici dalle promesse velleitarie, costruiti accanto a grandi e piccoli centri urbani. La Fiera di Verona, da questo punto di vista, figura in una rosa dove ce ne son poche altre, come una felice eccezione. E quando dici Verona dici Vinitaly innanzitutto, aggregatore da 48 anni di tutto il variegato mondo del vino italiano fatto di regioni, consorzi, ma anche di singoli produttori che magari debuttano per la prima volta in una fiera dove si respira qualcosa di veramente italiano: il vino, frutto spesso di un'azione famigliare. E qui viene spontaneo fare alcune considerazioni di carattere economico-sociale, sapendo che il vino è una cifra che racconta, in piccolo, tante situazioni nostrane. Intanto va detto – rubando il termine a qualche economista – che il comparto del vino è eccessivamente polverizzato.Una simile realtà è, in genere, sempre associata a un'idea di debolezza, mentre invece questa situazione endemica è stata ed è anche una straordinaria ricchezza. Le aziende del vino, infatti, hanno salvato porzioni di territorio, appetibili anche turisticamente: basti pensare, ad esempio, cheLanghe, Roero e Monferrato si apprestano a ottenere il riconoscimento dell'Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Ma è ricca pure l'occupazione che genera il vino, mentre la polverizzazione ha rappresentato anche flessibilità nell'offerta in tutto il mondo, e la nascita di un particolare self-marketing prodotto dall'azione di ogni singolo produttore che ha conquistato porzioni di mercato oltre i propri confini. È così che l'Italia non ha corso il rischio di ridurre la produzione di vino a pochi vitigni come invece è accaduto ovunque, subendo la concorrenza del prezzo su stesse tipologie di prodotto.Tutto bene dunque? A leggere i dati dell'export sembrerebbe di sì, a vedere quelli interni un po' meno. In ogni caso la polverizzazione a volte significa dispersione promozionale e questo è il rischio reale dell'Italia all'Expo 2015 che, al confronto con gli altri Paesi, potrebbe rappresentare non una sintesi, ma appunto i suoi mille rivoli.A meno che, come accade nel settore del vino, non ci sia un fenomeno paragonabile a Vinitaly, che in quasi mezzo secolo ha assecondato, anticipato, raccontato il volto migliore di tutti i risvolti del vino italiano. Al Padiglione Italia, per simmetria, spetta il medesimo compito.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI