Il misterioso «Canto della Sibilla» per l'arrivo del Natale nel Medioevo
domenica 12 dicembre 2004
Arcano e imperscrutabile, il mito della Sibilla affonda le proprie origini nel cuore delle grandi civiltà antiche del Mar Mediterraneo, prima greca e poi romana. Personaggi semi-divini, dotati del potere di preannunciare il futuro, le Sibille venivano distinte a seconda dei luoghi in cui risiedevano e dei particolari responsi che proclamavano: forme ed emanazioni diverse di un'unica figura, la cui spiccata fisionomia esoterica e spirituale ha suscitato un'inestinguibile interesse nel corso dei secoli. Al punto che, in pieno Medioevo, in occasione della lunga sequenza di Servizi liturgici che accompagnavano le celebrazioni notturne della Vigilia di Natale, in alcuni casi la processione dei "Profeti di Cristo" (l'Ordo Prophetarum) comprendeva - oltre a Mosè, Geremia, Daniele e Davide - anche la Sibilla Eritrea, chiamata ad annunciare con il canto non tanto la venuta del Salvatore, quanto il suo ritorno nel Giorno del Giudizio: "Come segno del Giudizio'". E proprio Iudicii signum è il titolo dell'avvincente album che l'ensemble vocale e strumentale Capella de Ministrers, diretto da Carles Magraner, ha dedicato alle musiche destinate ad accompagnare le festività natalizie nella Spagna rinascimentale (cd pubblicato da Licanus e distribuito da Jupiter). Accanto a una multicolore ensalada (composizione di spirito giocoso, basata sulla sovrapposizione di melodie popolari, sacre e profane) e a una significativa selezione di brillanti villancicos (brani poetico-musicali di carattere polifonico), sono ben due le versioni del Canto della Sibilla qui riportate, provenienti dai codici custoditi presso le cattedrali di Toledo e di Valencia, in cui l'antico canto monodico d'origine medievale si intreccia con le elaborazioni a più voci dovute alla maestria contrappuntistica di autori come Cristóbal de Morales, Juan de Triana e Bartlomé Cáceres. Musiche sublimi, che nulla hanno perso del loro fascino arcano e della potente carica evocativa, come ben testimoniano i primi versi degli apocalittici assoli sibillini affidati al soprano Ruth Rosique: «Nel giorno del Giudizio avremo la ricompensa del nostro servizio. Da una Vergine nascerà il Dio nato uomo che giudicherà il bene e il male di ciascuno nel giorno del giudizio finale'».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: