«Sembra un pendolo», lui. Ed ecco già che tutti lo guardano. Ma perché? In fondo «È sempre stato così, fin da piccolo». Faccia impaurita, parla farfugliando… Sì, è vero… E allora? Che c'è di male? Gianni Morandi se lo chiede sotto traccia, in questo suo canto dolce d'amicizia che qualcuno, però, pare guardare con sospetto. Siamo nel 2002, e un grande interprete popolare è ancora necessario, per abbattere muri che resistono. Perché le malelingue vogliono capire per forza: chi è questo amico, così «strano»? Ah, forse è quel che si dice un disabile? Ma psichico? O fisico? O entrambe le cose? «Il mio amico è il mio amico», ribatte Gianni. «Non parla mai di odio o sfortuna, dice era peggio non essere nato». Dice che non avrebbe potuto vedere la luna, «e le altre bellezze che Dio ha creato…» Certo, non è facile. Anche lui soffre «mesi d'amore» per storie irrealizzabili. E altri ancora insistono: ma chi è? Da cosa è affetto? No, non avete capito, non è questo che conta… E allora bisogna che la canzone ve la canti sino in fondo. Il mio amico è semplicemente il mio amico. Certo, si muove a fatica in questo mondo veloce. È però, «mi aiuta a capire e ad amare la vita». È l'uomo che possiamo e dobbiamo essere tutti: una persona vera.
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