Il focus di Nove sul caso Cucchi
venerdì 24 maggio 2019
Mentre la cronaca ci dice che martedì scorso l'Arma dei carabinieri, il Governo e il Ministero della difesa si sono costituiti parte civile nell'udienza preliminare del processo per depistaggio contro otto carabinieri nella vicenda della morte di Stefano Cucchi, ieri sera Nove ha proposto in prima serata il film inchiesta Stefano Cucchi: la seconda verità, di Giuseppe Scarpa e Stefano Pistolini, che come il processo punta sugli ultimi sviluppi del caso. «Io spero – dice la sorella Ilaria – che attraverso la verità sia restituita la dignità a Stefano». Ed è proprio lei, Ilaria Cucchi, la voce narrante e di fatto la protagonista del documentario che prende avvio nel luogo dell'arresto in via Lemonia a Roma. «In questo punto - spiega Ilaria - è iniziata la fine della vita di mio fratello». Da lì parte il racconto della lunga e tragica storia con l'arresto e la morte del giovane nel 2009 e le varie fasi processuali tutt'ora in corso. Da un punto di vista strettamente televisivo quello che colpisce del docu-film è la drammatica fissità dei fotogrammi che ritraggono Stefano morto sul tavolo dell'obitorio. Sembra un cadavere uscito da Auschwitz. Di forte impatto anche gli audio delle varie deposizioni, ma soprattutto la testimonianza dei genitori Rita e Giovanni che alla fine, pur essendo «morti con Stefano» il giorno che lo videro su quel tavolo, ammettono «di essere ancora qui» grazie alla figlia. Di fatto, dopo il film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini che racconta in modo diretto e crudo gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi, questa inchiesta di Nove contribuisce a rendere «viva» (grazie anche a filmati amatoriali) una persona che abbiamo conosciuto soltanto da morta, raccontando una storia senza sconti per nessuno, né per i carabinieri (e questo è ovvio), ma nemmeno per il ragazzo (di cui si mette in evidenza la tossicodipendenza e la fragilità di fondo), né per la famiglia, che solo in un secondo momento avrebbe avviato la battaglia legale che sappiamo con in testa Ilaria, il simbolo stesso di questa battaglia che, forse, sta per essere vinta una volta per tutte. Ovviamente nel film non entra la storia d'amore tra Ilaria e l'avvocato di famiglia narrata ieri da un quotidiano.
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