Vedere le foto di Sebastião Salgado nel caffè di un quartiere popolare di Reggio Emilia, quello di via Turri, nella zona della stazione, lì dove si concentra il tasso multiculturale della città. È in questo luogo che si compie una magia: è qui che il celebre fotografo brasiliano esporrà gratuitamente, in anteprima assoluta in Italia, la sua “Africa”, 30 anni di reportage. Un autentico dono del maestro alla città che da anni si impegna sul fronte della coesione sociale e delle politiche di integrazione. «Ragazzi, so che mi state cercando per fare qualcosa a cui tenete molto. Eccomi qua...», era stata la risposta di Salgado quando un anno fa arrivò la richiesta, tra gli altri, di Khadija Lamami e Claudio Melioli dell'associazione Casa d'Altri, con cui cercano di riqualificare attraverso cultura e bellezza il difficile quartiere. Due i luoghi simbolo in cui si potranno ammirare le cento fotografie di Salgado: lo Spazio Gerra tra i luoghi artistici cardine della città, e il caffè letterario Binario 49. L'inaugurazione della mostra – curata da Lelia Wanick, moglie del maestro – avverrà il 9 febbraio per poi restare aperta fino al 24 marzo. Visioni di umanità accompagnate da tante attività collaterali, come un workshop tenuto da Juliano, figlio di Salgado, co-regista assieme a Win Wenders del documentario “Il sale della terra” candidato all'Oscar. Così la fotografia diventa strumento di riscatto.
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