Il dibattito pubblico, il tifo e la simpatia per la Croazia
venerdì 13 luglio 2018
Con un post accorato "AltraNarrazione" ( tinyurl.com/yczz68g5 ) – giovane e misterioso blog che di sé dice solo: «Cerchiamo il non-successo» – mette in evidenza come, sui principali temi di interesse sociale, più imperversa lo scontro tra le opposte tifoserie politiche più è probabile la sconfitta dei soggetti sociali deboli che di tale scontro sono la materia. La metafora del "tifo" è effettivamente utile a cogliere alcuni aspetti, non positivi, del dibattito pubblico in corso. Da un lato, sui social è diventato possibile ciò che un tempo era permesso solo sugli spalti degli stadi, cioè insultare senza ritegno l'avversario protetti da un (relativo) anonimato. Dall'altro, i migliori laboratori delle risse televisive oggi generalizzate sono stati proprio i talk-show sportivi. Frattanto, mentre sta per calare il sipario sui mondiali 2018 si evidenziano sovrapposizioni tra tifo calcistico, culturale, politico e religioso altrimenti difficili da cogliere a occhio nudo. Ad esempio, scorrendo su Facebook il mio diario e quello degli "amici" mi par di cogliere che alcune delle simpatie che va raccogliendo la Croazia, sia nei confronti dell'Inghilterra appena sconfitta, sia nei confronti della Francia che affronterà nella finale di domenica, siano influenzate anche da fattori religiosi e politico-culturali: di qua un Paese ancora "cattolico", con una precisa identità, di là due paesi irrimediabilmente "laici" e "secolari", nonché palesemente multiculturali, a giudicare dalla composizione delle rispettive squadre.
Il mio sentimento è diverso, giacché in ambito calcistico mi considero decisamente un antimoderno. Mi preoccupa che le gerarchie tradizionali siano sovvertite, e non mi piace che si allarghi l'élite delle 8 squadre che hanno vinto almeno un mondiale, mentre quando Cecoslovacchia, Danimarca e Grecia conquistarono gli europei pensai che per il calcio del continente la fine fosse prossima. Per questo, l'altroieri tifavo Inghilterra. Per la finale... ci devo pensare.
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