Il Covid-19 fa perdere 24 miliardi all'alimentare
domenica 4 ottobre 2020
Ventiquattro miliardi persi a causa della pandemia Covid-19. La situazione del mercato alimentare italiano è sintetizzabile con questo numero. Cosa non nuova, certamente, ma la dimensione del tracollo fa impressione. Tanto più se si pensa che si riferisce al comparto che più di altri ha resistito. Ciò che conta adesso, è ragionare sul cambiamento imposto a tutta la filiera agroalimentare.
La situazione detta in numeri è chiara. I consumi alimentari degli italiani stanno facendo segnare una diminuzione del 10%. Alla base del fenomeno due andamenti divergenti: da un lato il crollo della ristorazione, dall'altro la crescita, non sufficiente a compensare il tracollo, dei consumi domestici. Siamo tornati indietro di dieci anni, dice Coldiretti basandosi su alcune analisi Ismea. L'organizzazione agricola poi aggiunge: «A pesare è stata la chiusura durante il lockdown della ristorazione per la quale rimane una situazione di sofferenza per le difficoltà economiche, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficoltà del turismo, soprattutto straniero, che rappresenta una parte importante della clientela». E non è tutto. Sempre i coltivatori diretti spiegano che «con la fine delle limitazioni agli spostamenti l'effetto-scorta legato ai timori ingiustificati sugli approvvigionamenti per la spesa domestica si è progressivamente affievolito per tornare comunque su valori leggermente superiori alla media».
I dettagli non cambiano comunque il risultato che sta avendo l'effetto di mutare gli equilibri all'interno delle filiere produttive. Il fatto è che molte produzioni alimentari avevano proprio nel consumo fuori casa uno dei punti di forza. Oggi tutto è cambiato. Così da quando è iniziata la pandemia, il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell'attività.
Si sta così verificando un paradosso. Da un lato, proprio la pandemia ha fatto capire l'importanza di avere un settore agroalimentare forte e capace di rispondere positivamente alle necessità del mercato interno. Sempre di più, a questo proposito, si parla di «valore strategico della filiera del cibo». Dall'altro, il meccanismo delle chiusure precauzionali di molte attività e i timori di contagio che ancora sussistono, hanno tagliato di netto la domanda alimentare nel Paese. Occorre cioè un'agricoltura forte, ma i suoi prodotti rischiano di rimanere invenduti. Il tema è complesso e deve essere affrontato presto e bene.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: