L'ossessione del corpo è, sia pure con facce diverse, un aspetto della cultura "laica" assai diffuso. Su La Repubblica (mercoledì 26) il filosofo Umberto Galimberti, siccome è anche psicanalista, informa che "la parola ebraica nefes", nell'Antico Testamento, "poi tradotta in greco con psyche e in latino con anima, significa semplicemente la vita del corpo". E apprezza l'ultimo libro del teologo Vito Mancuso, perché - afferma Galimberti - «mette in questione dogmi fondamentali della Chiesa cattolica come la creazione dell'anima da parte di Dio» e altri. «L'anima - scrive, citando Nietzsche - è stato "il colpo di genio del Cristianesimo", perché ha tolto agli uomini il terrore della morte». Insomma, anima è una di quelle «parole poi credute realtà» ed è nata «per spiegare tutto quello che non si riusciva a spiegare». Come mai, due giorni dopo, lo stesso Galimberti ha riempito una pagina del Venerdì di Repubblica, con un invito al lettore a cercare i luoghi del silenzio per assaporare «una vacanza dell'anima» e «incontrare se stesso» nei «soliloqui dell'anima»?
DONNE O CORPI?
Diverso, ma non in contrasto con quello di Galimberti, è il pensiero di Barbara Duden, femminista tedesca e "storica del corpo", che si batte perché alle donne sia riconosciuta "la libertà di disporre del loro corpo" (Liberazione, martedì 25) e contro la "espropriazione" di "feti e geni", che "le tecnologie riproduttive, la biologizzazione del diritto e la sacralizzazione della scienza" hanno trasformato in "feticci e idoli del nostro tempo" impedendo alle donne di "vivere il corpo". Non è una novità: esclusa l'anima, di cui non si occupa neppure per negarla, questo femminismo esalta la donna soprattutto come corpo. è preoccupante che non sappia andare oltre la "denuncia di una progressiva decorporeizzazione", oltre i "cambiamenti relativi al corpo, alla sessualità" verificatisi "a partire dal femminismo degli anni 70", oltre "lo sforzo di sottrarre il corpo alla medicalizzazione" e così via.
EMBRIONI E VANGELO
Per difendere la sentenza del tribunale di Cagliari che impone l'analisi preimpianto di un embrione di due coniugi portatori sani di betatalassemia (se il figlio risulterà malato sarà ucciso) lo psichiatra, psicoterapeuta e deputato dei Comunisti italiani Luigi Cancrini si appella alla "parola di un uomo che si chiamava Gesù" (l'Unità (venerdì 28). Il Figlio di Dio, però, che amava soprattutto i più deboli e chiedeva di lasciare che i più piccoli andassero a lui, non ha mai detto di sezionarli per vedere come stavano e di buttarli in caso di malattia.
DA TIVOLI A S. PAOLO
Un difetto del giornalismo è il pressapochismo. Martedì 25 l'Unità faceva parlare il Papa da Tivoli invece che da Velletri. Il giorno dopo, sempre sull'Unità, Robert Fisk, giornalista inglese, due lauree, quattro premi giornalistici, corrispondente dal Medio Oriente per The Independent, scriveva un commento sulla pena di morte, che - racconta - aveva pensato una sera "disteso sulla schiena al Colosseo, a pochi metri dalla croce che segna il punto della crocifissione di San Paolo". Per la precisione, dal Colosseo il luogo delle Tre Fontane, dove la testa mozzata a San Paolo rimbalzò tre volte a terra, è lontano nove fermate di metropolitana.
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