«Non sono un ometto, non sono un Peter Pan. Sono metafore che non riguardano la partita, queste. Sono un uomo, e basta. Quando voglio posso essere anche Peter Pan, ma la mia vita è mia...». Una lezione di Supermario, poche parole perfette, in buon italiano, anche in buon inglese. E siccome riguardavano un personaggio che è stato trattato - sto sul leggero - come se fosse dotato di doppia personalità, ecco il successo, in questa vigilia azzurra, del film «Il Professor Balotelli e Mister Hyde». Leggerete altrove la sua intervista agli affamati di scoop pruriginosi cui Prandelli - accompagnato anche da "Sereno" Barzagli - l'ha probabilmente costretto; ma il top della conferenza stampa è stato raggiunto proprio quando l'ottimo difensore juventino, richiesto di un parere sulla pericolosità di Rooney, ha svelato il “segreto” tattico del ct: «Sarà anche pericoloso, ma in quattro lo controlleremo a dovere...». L'Inghilterra viene tenuta a debita distanza, nei discorsi della vigilia: basta sapere che è storicamente grande, un po' meno per la cronaca, forse, tuttavia pericolosa per il processo di italianizzazione cui l'ha sottoposta Capello e al quale ha dato seguito Mr. Hodgson, a sua volta di (modesta) scuola italiana, forse l'unico cui potevano rivolgersi i federali inglesi per non buttare all'aria tutto il lavoro di Don Fabio, che a mio parere gliel'ha data su essendosi accorto di avere in mano una squadra modesta. Un incoraggiamento per la nostra Nazionale, anche questo, sempre che non prevalga il Nuovo Spirito che Prandelli decisamente (e pericolosamente) propaga: quello di un'Italia Nuova, offensivista e tutto gioco, quasi parente dell'ultimo Barcellona non a caso sconfitto dall'italianissimo Di Matteo. Non vorrei che lasciassimo all'Inghilterra - a Rooney in particolare - il contropiede, nostra arma tradizionale che ha fruttato tante grandi vittorie. Il contropiede è di tutti, ormai, anche la Grecia è riuscita a ferire la Germanissima con Samaras e Salpingidis somiglianti agli italiani d'antan. I modesti guerrieri della piccola grande Grecia sono stati ridicolizzati più dal loro portiere Sifakis che dalle Sturmtruppen teutoniche. Noi possiamo osare perchè alla fine gli avversari trovano Buffon, il migliore del mondo. E una difesa capace di tutelarlo - spero - anche in assenza di De Rossi, spostato in avanti. Ma la partita si giocherà una volta di più a centrocampo, dove Pirlo, Marchisio e De Rossi appunto attendono di sapere chi sarà il quarto della compagnia, una volta uscito di scena - forse - il lento Thiago Motta. Sarà il rude Nocerino, il fantasioso Diamanti o Occhiazzurri Montolivo? Parliamo di calcio, non di ometti e Peterpan. Che poi - guarda un po' - tutti lo criticano, le deridono, lo colpevolizzano: ma il gol se l'aspettano proprio da lui, da Balotelli. Benvenga invece - dico io - l'ItalJuve dove segnano tutti. Come nel 2006. Così si vince.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: