La signora Antonia era una bambina diversa e, solo crescendo, apparivano qua e là, come punte di un iceberg, le sue attitudini e carismi a contribuire alla guarigione dei mali altrui. Donna di fede ma non certo bigotta, giunge al matrimonio, presto arricchito dalle maternità. Un giorno scopre che Luigi, uno dei suoi figli, si droga. La tragedia è totale, però Antonia riesce a liberare Luigi dal mostro ma è tardi e il ragazzo ora non c'è più. Antonia, dopo lo sconcerto di un dolore che non finirà mai, riatta un vecchio mulino ad acqua, proprio su quella via francigena che i pellegrini percorrevano per andare a Roma, in corrispondenza del traghetto sul fiume Padus. Nasce la comunità Il cammino, pellegrinaggio interiore e il dottor Fleischmann, che fa parte delle invidiose istituzioni, meno salvifiche, passa intelligentemente a lavorare con lei. Antonia è una giovane di ottant'anni, Fleischmann di sessanta: sono la coppia, in carne e ossa, inventata da Cervantes, loro però i mulini a vento, a volte, li abbattono davvero ed esseri umani, avvelenati dai caini, nascono, come titola Giuseppe Pontiggia, una seconda volta. Sono circa dodici, come gli apostoli e i Giuda possono essere anche più di uno. C'è Omar, inerme, Alberto, ferito nei suoi sogni, il galeotto che conosce l'ingiustizia, e poi c'è il dolore di un uomo di colore, un arabo perduto nel deserto del mondo, un vecchio ingegnere che ricorda tutto della cortesia e altro ancora. Forse è qui che il Padreterno vuole rifondare codesto sgangherato planetario.
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