Un giorno, un grande cantautore andò a cena da una famiglia di conoscenti: e rimase perplesso notando che nessuno dava retta ai pianti dell'ultimo arrivato, un neonato. Tornato a casa ci provò l'artista, a dar voce a quel bambino. E scrisse… «Cosa succede, cosa succede? C'è un gran rumore questa sera… Sono un bambino, non so parlare, ho solo fame: c'è una guerra, in questa casa? In questa culla, sembra un grattacielo, vedo mia madre e mio padre che stan discutendo anche questa sera… Dio, che brutta sera! Lei che grida forte, lui che non risponde, ma poi si arrabbia per davvero e comincia a urlare… "Dai lasciami stare! E il bambino dov'è?!" Sì, ciao papà, sì sono qua… Sono triste, mi sento solo, che succede in quest'inferno, perché piangi? Mi stringi forte, mi fai anche male… Non mi puoi capire, ma puoi vedere che sono stanco, non ho più fame… Tu, tu e mia madre… Ma smettetela di urlare! Che bisogno c'è? Io non so capire che anche quando si piange c'è di mezzo l'amore, piango soltanto se ho fame o dolore… Babbo, mamma, dove andate? Non mi lasciate, c'è troppo buio …Comincia nella notte, la storia più importante: la storia di un bambino che diventa grande…». Chissà ora, più di trent'anni dopo, se il bambino al quale Ron diede voce quella lotta l'ha vinta.
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