Il 2023 anno di grazia per il Fondo Clero
giovedì 12 gennaio 2023
I l 2023 è iniziato con diverse misure che migliorano le condizioni economiche dei sacerdoti. E si concluderà a dicembre con il 50° anniversario del Fondo Clero, che è stato istituito con la legge 903 del 22 dicembre 1973. La ricorrenza richiama l’attenzione sulla legislazione previdenziale dei ministri di culto, tuttora considerata ai margini del sistema pensionistico e con non poche situazioni di disparità. I miglioramenti si vedono già da questo mese con una maggiore remunerazione dei sacerdoti, per effetto del nuovo “punto”– aumentato a 12,86 euro – sul quale è calcolato il sistema di sostentamento del clero. L’incremento, così stabilito dall’ultimo Consiglio Permanente della Cei, corrisponde solo in parte (+ 2%) al più alto costo della vita registrato in questi anni, ma rappresenta un concreto segno di vicinanza ai sacerdoti che sono alle prese, come tutti, con le attuali difficoltà. Anche lo stipendio per chi insegna religione riceve un modesto aumento per effetto di un esonero generale dei contributi previdenziali del 3% sulle retribuzioni fino a 1.923 euro lordi (2% sulla retribuzioni superiori). Stessa situazione per i cappellani di ruolo. In busta paga l’esonero corrisponde alla quota del contributo a carico del dipendente (9,19%) e, in ogni caso, senza alcuna perdita sulla futura pensione. Inoltre, quali pubblici dipendenti, docenti e cappellani riceveranno una somma una tantum dell’1,5% dello stipendio, per tredici mensilità, utile per il trattamento di quiescenza. Il dossier delle buone notizie prosegue con gli aumenti sugli assegni liquidati dal Fondo Clero. Si tratta del rinnovo annuale delle pensioni, che tiene conto dell’inflazione, ma anche di una ulteriore rivalutazione inserita nella legge di Bilancio e non prevista dall’Inps nella grande operazione di rinnovo. Sono particolarmente avvantaggiati i sacerdoti anziani che hanno superato l’età di 75 anni e quanti raggiungeranno questa età nei prossimi mesi. Ad essi spetta un
trattamento minimo di pensione di 600 euro mensili, accompagnato da una maggiorazione di 6,93 euro per ogni anno di versamento oltre i 20. Per gli altri pensionati il minimo parte da 563,74 euro (e la maggiorazione a 6,52 euro), ma la rivalutazione extra lo incrementa a 572 euro. La riscossione di questi importi sarà regolata da prossime indicazioni dell’Inps. © riproduzione riservata
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