Ci sono i dati ufficiali delle dichiarazioni e dei versamenti fiscali. Accanto, però, c’è la vita reale, con le auto e le barche che si usano o si noleggiano, gli hotel prenotati, le spese per hobby e altro. È questa l’origine del redditometro, ieri caso politico del giorno. Con il paradosso che a contestare il ritorno è stato proprio quel centrodestra
a cui pur si deve la sua introduzione, nel 2010 (anche se in realtà uno strumento simile esisteva dal 1993). Di fatto è un indicatore per misurare il reddito, presunto, dei contribuenti. Ma, si sa, nel campo fiscale noi italiani esigiamo “certezze” e per questo tale strumento non ha mai avuto vita facile.
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