Presentando su "Vatican Insider" ( tinyurl.com/kmbxqrl ) il videomessaggio di papa Francesco al Ted talk 2017 di Vancouver (tema: «The Future You»), Andrea Tornielli sottolinea che si tratta del «terzo videomessaggio registrato degli ultimi tre giorni». Gli altri due sono stati quello «al popolo d'Egitto» nell'imminenza del viaggio e quello alla Fiera dell'editoria italiana di Milano per la presentazione dell'opera omnia di don Milani. Faccio qualche rapida ricerca sui siti vaticani e scopro che sono una sessantina, dall'inizio del pontificato, i messaggi che Francesco ha affidato a una telecamera, oltre che alla pagina scritta: in media, 15 all'anno. Li si può trovare e confrontare sui canali "The Vatican" di YouTube, aperti nelle principali lingue. La tipologia dei destinatari, a parte quella dei Paesi che sta per visitare di persona, è varia: spesso si tratta di iniziative, eventi e convegni di matrice ecclesiale, ma talvolta non è così. I più popolari sono stati finora quelli rivolti a popolarissimi eventi sportivi come le Olimpiadi, i Mondiali di calcio e il Super Bowl. Nel caso del Ted la scelta era pressoché obbligata, visto che questa sigla/marchio – che significa Technology entertainment design – qualifica eventi e conferenze diffusi in diretta streaming. Quel che si può dire, a prescindere dai contenuti (che sempre possono fare la differenza), è che la modalità del videomessaggio consente al Papa un'adesione all'evento che è certamente minore rispetto alla presenza fisica, ma che è percepita dai media come molto maggiore rispetto a quella suggerita dall'invio di un testo scritto, magari pronunciato da un suo rappresentante. Il videomessaggio, poi, è transmediale: facilmente reperibile in Rete, può essere visto integralmente e condiviso da ciascun utente, specie se è abbastanza breve; d'altra parte è più facile da raccontare giornalisticamente, attraverso testi scritti, foto e servizi audio/video. Mi pare un modo di comunicare del Papa decisamente funzionale alla convergenza digitale.