mercoledì 6 marzo 2019
Riaprite quel casolino! Ovvero il negozio di alimentari che accende la luce dentro un paese, ma anche luogo di incontro e di scambio di notizie, quantomai essenziali nell'oggi dove vige un regime di incomunicabilità. Nel mio paese, fra le colline del Monferrato, i negozi di alimentari chiudono ad anni alterni, schiacciati dalla concorrenza dei discount anche dei paesi vicini. E quella signora che si avvicina ai 90 anni è convinta che il suo orto venga devastato dai vicini un po' dispettosi. Se avesse potuto andare a prendere il pane come faceva da sempre, le avrebbero detto che sono arrivati i cinghiali e che bisogna stare all'erta. Anche sui Colli Euganei ci sono i cinghiali, che devastano un'area viticola riconosciuta fra i campioni del biologico. L'altra sera a Padova ho assaggiato un vino magnifico prodotto a Teolo, paese di rinomati ristoranti, dove i casolini hanno ormai chiuso da due anni. Ed è così che Guido e Maria, settantenni in pensione, hanno scelto di riaprire il vecchio negozio, perché gli si stringeva il cuore nel constatare che a Teolo chiudevano anche l'asilo, la stazione dei carabinieri, la guardia medica... Un paese dalla morte annunciata, hanno scritto i giornali, benché l'attrattiva turistica sia sempre attiva. Ma può esistere un turismo sconnesso dalla vita ordinaria di un paese? La risposta è pleonastica e a questo punto bisogna andare a vedere chi e perché ha deciso di smantellare quell'organo di organizzazione del territorio che era la Provincia. Se un paese muore, il grido del sindaco può arrivare al massimo in Regione, che ha tuttavia una somma di problemi: non esiste più un'amministrazione di prossimità di secondo livello. E tutto questo sta diventando grave. Poche settimane or sono in tivù è apparso un servizio sui pensionati che vanno a
godersi il resto del tempo all'estero, perché i costi in Italia erodono i pochi risparmi messi via. Ma sono stati intervistati anche emigranti italiani, che hanno lavorato una vita all'estero ed ora, con incentivi adeguati, potrebbero tornare nel loro paese d'origine. Neanche per sogno, hanno risposto: al mio paese l'ospedale dista parecchi chilometri, non ci sono più negozi, hanno tolto persino la banca... Insomma neppure l'effetto nostalgia attrae i nostri ex concittadini in quello che ancor oggi viene battezzato come il Bel Paese. Chi sta pensando a salvare queste situazioni che in realtà rappresentano il vero volto di una crisi insanata? Se lo chiedi, ti dicono che bisogna aspettare le Europee, una consultazione che in passato aveva uno scarso appeal, ma che oggi è carica di molti significati. Ma dopo le Europee ci sarà progettualità o ancora involuzione? Intanto i Bei Paesi franano, dentro una solitudine assordante!
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