Così giovani, così antichi. I giovani italiani (tra i 15 e i 35 anni) nati dall'inizio degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta – i cosiddetti millennials – sono probabilmente la generazione dei paradossi. Lo svela l'incrocio delle analisi e dei dati contenuti in due rapporti molto interessanti sul tema, pubblicati quest'anno da Ipsos e da Conad. Qualche esempio? Sono costretti a convivere con un tasso di disoccupazione molto più alto dei loro fratelli maggiori e dei loro padri, e per di più sono accusati normalmente di essere schizzinosi e nullafacenti. Ma le statistiche svelano che si tratta di moderni "stakanovisti": molti dei nostri ragazzi oggi lavorano oltre l'orario formale e durante il weekend (il 17% in più rispetto alla generazione precedente). Inoltre hanno una fiducia molto bassa nel sistema bancario, ma anche una buona cultura del risparmio: hanno fatto propria la buona e vecchia abitudine di accantonare risorse per affrontare emergenze o per realizzare sogni futuri. Ciò li porta ad accantonare – rispetto ai loro fratelli maggiori – più soldi (sui loro conti correnti) in rapporto alle spese sostenute.
E infine il paradosso più sorprendente. I nostri millennials fanno davvero pochi figli – molto meno di ogni altra generazione, molto meno dei loro colleghi europei – e ciò ha determinato nel nostro Paese una "decrescita naturale ininterrotta": se negli anni Settanta in Italia c'era 1 anziano per 6 giovani, oggi il rapporto si è meno che dimezzato e secondo le previsioni per il 2050 avremo addirittura 1,5 giovani per ogni anziano. E non a caso, vivono sempre più a lungo nelle case dei loro genitori. Ma tornano a desiderare fortemente il matrimonio. Magari a basso costo, con pochi invitati ben selezionati e in contesti molto semplici, ma un matrimonio vero. Fatto di amore e di sentimenti, di amici e di festa. Perfino se si analizza la scala delle loro priorità, si scopre qualcosa di insospettabile in un'era dominata dai social media e dalle loro vite virtuali. I giovani italiani desiderano oggi soprattutto salute, felicità e libertà. Valori antichi, protagonisti dei proverbi della nonna. E forse ancoraggi solidi per una generazione costretta fin dalla tenera età a vagare nel deserto delle opportunità e delle certezze tradizionali.
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