«Ho bisogno di concentrarmi su ogni suono; di fare come se ogni filo d'erba fosse importante come un fiore"». In queste poche parole è racchiuso il nucleo germinale del pensiero estetico e religioso di Arvo Pärt; di quell'intima necessità di dare forma e spessore musicale al mistero che tutto avvolge, in cui si è giocata per intero la parabola creativa del maestro estone, rimasta sempre strettamente legata a un incessante cammino di ricerca spirituale.
Un percorso scandito da un umile e faticoso lavoro compositivo, da una rigorosa autodisciplina e da un'assidua frequentazione con i salmi e i sacri testi, al termine del quale il musicista è riuscito a trovare la "sua" via: la risposta personale e originale a una pressante domanda interiore che è poi sfociata in un nuovo stile (definito «tintinnabuli») e in una feconda vena creativa, da cui hanno tratto origine opere che continuano a godere presso il grande pubblico di una fortuna difficilmente riscontrabile nel panorama della "nuova musica".
Il disco In principio (pubblicato da Ecm e distribuito da Ducale) ne ha raccolte sei, tutte concepite o revisionate definitivamente dall'autore nel corso degli ultimi anni (tra il 2000 e il 2007), a testimonianza di come la più recente traiettoria artistica di Pärt sia legata a una fitta rete di ricorrenze, commissioni, continui intrecci e rimandi con la storia, personale e del mondo. Tõnu Kaljuste si alterna sul podio della Tallinn Chamber Orchestra, del Coro Filarmonico e dell'Orchestra Sinfonica Nazionale dell'Estonia, muovendosi con estrema sensibilità e autorevolezza tra i caleidoscopici pannelli sonori dei cinque movimenti di In principio (adattamento sul pentagramma dei primi versetti del Vangelo secondo Giovanni), tra i suggestivi riverberi strumentali della Sindone, tra le atmosfere rarefatte di Cecilia, vergine romana (brano per coro misto e orchestra commissionato in occasione del Grande Giubileo del 2000), ma soprattutto tra le solenni intonazioni di Da pacem Domine, iniziato due giorni dopo gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e da allora eseguito ogni anno a ricordo delle vittime della strage: monito "alla memoria", supplica accorata e messaggio di speranza per l'intera umanità.
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