Chissà come si faceva quando non c'erano i droni? Ci si affidava per le immagini aeree agli elicotteri? Forse sì, ma con parsimonia, visti i costi. Adesso che tutto è più facile e più economico non si risparmiano scorci suggestivi dall'alto e voli a raso su boschi e spiagge. Succede anche nella nuova serie La verità sul caso Harry Quebert, in onda da ieri ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic, tratta dal bestseller omonimo di Joël Dicker e diretta da un regista che di belle immagini e di grande tecnica se ne intende: Jean-Jacques Annaud, che ha firmato film di culto come Il nome della rosa e Sette anni in Tibet, qui al debutto nella fiction televisiva. Ma non ci sono solo i paesaggi, ci sono anche gli attori, a partire da Patrick Dempsey, e soprattutto c'è il giallo e la suspense che finiscono per prenderti, nonostante qualche pretesto e qualche forzatura a livello di vicenda nel raccontare la storia di Harry Quebert (Dempsey, appunto), docente universitario e scrittore di fama mondiale, ritenuto responsabile dell'omicidio di una quindicenne, Nola Kellergan (Kristine Froseth), con cui aveva avuto una relazione. Il cadavere della ragazza viene ritrovato misteriosamente trent'anni dopo sepolto proprio nel giardino di Quebert assieme al manoscritto del suo romanzo capolavoro Le origini del male. A provare a ricostruire i fatti per scagionare l'ex professore e amico che rischia la pena di morte è il giovane scrittore Marcus Goldman (Ben Schnetzer), anche lui autore di un bestseller giovanile, ma ora in crisi di ispirazione. In una sorta di gioco di scatole cinesi, di romanzo nel romanzo, di continui rimandi tra il passato e il presente, entrano l'ambiguo rapporto tra i due scrittori, le relazioni fra diversi membri della comunità di Sommerdale (la cittadina del Maine dove nel 1975 è avvenuto il delitto) e la giovanissima e bellissima Nola. Realtà televisiva e immaginazione narrativa si mescolano fino a diventare inscindibili, travolgendo le esistenze di tutti e rendendo quasi impossibile risalire alla verità. Ma questa è la caratteristica che più di ogni altra, come accennato, mantiene alta la tensione e l'attenzione su questo crime thriller in cui non manca nemmeno l'introspezione psicologica.
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