”Corsera” (31 dicembre, p. 49), sui «Detti» dei «Padri del deserto» elzeviro di Pietro Citati tirato giù in fretta come le serrande dei negozi la sera di fine anno: «Oggi trascorriamo con attenzione questi detti» ove «prima traccia» della lezione è «il ricordo della violenza nei Vangeli… Gesù portava il fuoco: la violenza contro il mondo e contro sé stessi, che i padri del deserto rivelavano nelle loro parole». Violenza? Con dovuta «attenzione» ci sarebbe da spiegare, esemplificare, precisare, invece niente. E poi, in assoluto, leggi che «Gesù condannava l’atto stesso di giudicare. Qualsiasi valutazione compiamo è già una condanna… Bisogna evitare in qualsiasi modo l’atto stesso di valutare, considerare, prendere in esame, analizzare, comprendere gli altri, qualsiasi cosa essi facciano», perciò «i monaci non giudicavano mai gli altri. Evitavano qualsiasi psicologia. Con un salto si rifugiavano nella quiete della mente… nella quale esisteva solo il puro, l’indiviso, l’amore di Dio». Ecco dove sbaglia Scalfari (cfr. “Repubblica” 29 dicembre, p.1). Non Francesco, ma Gesù stesso avrebbe «abolito il peccato». Attenti! Il «non giudicate» di Gesù vale per l’«errante» e il «peccatore», non per l’«errore» e il «peccato». “Botti” di contrabbando!
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