La Rete che frequento pullula di post che illustrano ogni faccia della Gmg di Panama (che mentre scrivo è ancora in pieno svolgimento): lo prendo come un segno che l'intuizione di Giovanni Paolo II, ormai vecchia di 35 anni, regge alla rivoluzione digitale. Alle coperture a 360 gradi garantite dalle principali fonti di notizie religiose online si affiancano quelle proposte da siti più specializzati: da "Asianews" che sottolinea la presenza di 15 (sic!) giovani indonesiani, a Bibbiagiovane che mostra apprezzamento per la «messa jazz» diretta da Miguel Ángel Castellarín, a "ChurchPop" che, forte delle sue radici ispanofone, mette in fila ben «10 aneddoti che nessuno ti dirà» su questa Giornata mondiale della gioventù.
Tre di essi hanno a che fare, in un modo o nell'altro, con la difficoltà di esaudire il legittimo desiderio di «vedere il Papa», conducendoci dritti a quella che è sembrata finora la foto più significativa – si parla già di immagine-simbolo – di Panama 2019. Scattata il giorno 23 dal fotografo Carlos Yap ( tinyurl.com/y7k833j5 ) ritrae, di spalle, un ragazzo in carrozzella issato da un gruppo di altri ragazzi sopra le teste della folla al passaggio, in papamobile, di Francesco, il quale gli ricambia lo sguardo e lo benedice. "Avvenire" l'ha pubblicata sull'edizione di venerdì 25: troneggia a pagina 21, con un'intensa didascalia di Riccardo Maccioni.
Tanti l'hanno condivisa con emozione sui rispettivi profili social, anche per le risonanze evangeliche (il paralitico, Zaccheo, l'emorroissa...). Venerdì sera, nel tg delle 20.30 di Tv2000 ( tinyurl.com/y8nkr27a ), Cristiana Caricato le ha dedicato un servizio impeccabile: racconta la storia del ragazzo, che si chiama Lucas, della sua parrocchia, della sua famiglia, della sua disabilità e in particolare dei suoi amici, co-protagonisti della foto. Il loro commento non è meno evangelico di tutto il resto della storia: «Ci siamo privati di vedere il Papa a beneficio di Lucas, e grazie a lui abbiamo ricevuto tutti la benedizione».
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