domenica 27 giugno 2021
Centouno atleti, tutti maschi. La spedizione italiana ai Giochi di Los Angeles 1932 parte a bordo del "Conte Biancamano" dal porto di Napoli. Impiega dieci giorni per sbarcare a New York, dove la accoglie il sindaco Fiorello La Guardia. Ma ci vogliono altre quattro notti in treno per arrivare in California, su un convoglio che si ferma quasi a ogni stazione per ricevere il saluto degli emigrati italiani. Un entusiasmo da predestinati perchè l'Italia è protagonista in questa Olimpiade: mai più sarebbe stata seconda nel medagliere finale (qui dietro gli Stati Uniti) e mai più, a parte Roma 1960, avrebbe conquistato così tante medaglie (36, fra cui 12 ori). Ma il vero protagonista ha appena 4 anni, è americano, e si chiama Mickey Mouse. I Giochi di Los Angeles '32 li vince lui, quasi senza muovere una zampa.
È una trovata di quel genio del marketing che si chiama Walter Elias Disney. Quattro anni dopo averlo fatto debuttare nel primo cortometraggio animato, Disney intuisce che l'Olimpiade estiva anche se depressa, senza televisione, e inarrivabile da tante nazioni a corto di soldi (appena 37 si iscrivono), può essere comunque un palcoscenico planetario per la sua creatura, che fa eleggere mascotte della manifestazione. Da allora le orecchie di Topolino, grazie a quella sua prima apparizione in versione pupazzo di peluche, sono diventate il logo più riconoscibile al mondo. Zio Walt anticipò di decenni la vagonata di sponsorizzazioni che a qualunque latitudine ingrassano ogni volta le Olimpiadi. Aveva capito subito che lo sport sta ai soldi come il formaggio sta al topo. E l'aveva mandato a ballare sul podio, in mezzo alle medaglie.
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