Non era sceso in campo a Udine, la Juve perse e tutti a dire: «Ah, ci fosse stato Del Piero...». Ma a Torino, contro il Cagliari, Del Piero c'è e la Juve riperde. Star fuori non piace a nessuno, meno che mai a un capitano indomito che, regnante Capello, era più fuori che dentro. Star fuori non piace a nessuno e tanti sono, invece in questo momento, tra infortuni e "scelte tecniche", gli Illustri Esclusi. Tra i bianconeri, per non parlare di Buffon rientrato ma non al meglio, da Camoranesi a Chiellini a Trezeguet, chi per una ragione chi per l'altra, ci sono più Illustri fuori che in campo. Nell'Inter, a non giocare c'è il poco più che adolescente Balotelli tenuto fuori, almeno a detta di Mourinho, per comprovata immaturità. Poi c'è il talentuoso (quando giocava nella Roma) brasiliano Mancini con il non più pervenuto Jimenez. Di Adriano, rientrato ma subito riuscito (tre giornate di squalifica) si sa e, quanto a Quaresma, eccolo appena spedito a meditare al Chelsea, dopo essere stato pagato circa 25 milioni di euro da un Moratti più che perplesso, ma alla fine condiscendente come sempre. E però all'Inter, ieri con Mancini, oggi con lo "Special One", ieri e oggi con un Presidente che, volendo tutto (leggi Champions League), non si fa mancare nulla, certe "bizzarrie" sono la norma. Più "normale" in questo senso il Milan che, scelta la linea delle grandi collezioni, fa sfilare Ronaldinho Pallone d'oro nonché protagonista in carriera di gol e giocate senza pari e, grazie a lui, vince, oltre al derby, anche un po' di altre partite, ma poi lo lascia in panchina a guardare i compagni tra cui quel Seedorf che potrebbe essere chiamato a sostituire, ma che, comunque giochi, è per Ancelotti un irremovibile come Kakà e come, adesso, lo "Spice Boy" David Bechkam. Ma alcuni sempre dentro vuol dire altri sempre fuori, non importa se palloni d'oro come Dinho e Shevchenko. Stessa età di Seedorf, un anno meno di Bechkam, quella di Sheva è l'esclusione più impressionante. Sembrava impossibile lasciarlo fuori più di quanto si faceva al Chelsea, ma Ancelotti ci sta riuscendo. L'altra sera, contro la Lazio, lo ha fatto entrare negli ultimi cinque minuti a dire in quanta considerazione tenga al momento un giocatore che, in fatto di gol con la maglia rossonera, è secondo solo a Nordahl. Shevchenko è tornato a Milan, ma c'è da chiedersi a far che. Questa sua seconda vita milanista è un incubo, altro che il sogno sperato. Ché poi, a guardarsi in giro,
gli
Esclusi illustri non finiscono mai. Il molto spavaldo Panucci, per esempio, è lasciato fuori oggi da Spalletti in giallorosso come ieri da Lippi in Nazionale. Poi c'è capitan Totti che guarisce da una parte, rientra, s'infortuna da un'altra e torna fuori chiedendo, il che non guasta,
altri due anni di contratto. E, per tornare in casa di un Milan che scavalca la Juve e si riaffaccia a sei punti dall'Inter dopo aver rischiato di sprofondare in centro classifica, Gattuso è fuori per infortunio tutta la stagione, ma, per dire, se restasse Beckham, il quale pure sta a Gattuso come l'avorio all'acciaio, che fine farebbe l'insostituibile "Ringhio"? Forse quella del già insostituibile Sheva?
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