martedì 17 dicembre 2013
"Quale la stirpe delle foglie tale quella degli uomini. Alcune foglie il vento le sparge a terra, altre invece la selva germogliante le produce quando subentra la primavera. Così la stirpe degli uomini nasce e poi scompare". Queste amare parole tradotte dall'Iliade di Omero le disse Glauco a Diomede ma forse parla a tutti noi della sorte degli uomini della quale c'è da disperare. Il nostro destino è mosso al ritmo delle foglie che in primavera nascono ma poi nella stagione di autunno cadono a terra spinte dai venti freddi. Ma le foglie quando di nuovo ritorna la primavera rinascono sui rami. Noi invece quando siamo morti mai ritorneremo alla vita. Che gli uomini siano i più infelici tra gli essere viventi lo disse di nuovo nell'Iliade Giove rivolgendosi ai cavalli di Peleo: " Ah! Miseri, perché vi ho donato a Peleo un re mortale, voi che siete privi di invecchiamento ed immortali. Forse perché soffriste dolori in mezzo agli sventurati uomini? Non c'è nulla in nessun luogo più sventurato  dell'uomo fra tutte le cose che respirano e si muovono in terra". Spesso nelle varie età della storia dei Greci riappare questa disperazione: talvolta si dice che meglio sarebbe che non fossimo mai nati, ma poiché siamo nati la cosa migliore è morire subito. E questo lo disse Sofocle. Si narra che Trofonio ed Agamede che avevano costruito il tempio di Apollo a Delfi, avessero chiesto una degna ricompensa e quella stessa notte avendoli colti il sonno al mattino non si risvegliarono più: Apollo dunque giudicò la morte il maggior premio per i mortali. Mimnermo scrisse su questo tema distici che ancora commuovono il nostro animo: "Come le foglie che spuntano in primavera, nella stagione dei fiori, anche noi brevemente godiamo della gioventù e non conosciamo dagli dèi né il bene né il male. Ma già le nere Parche sono vicine di cui l'una tiene il destino della mala vecchiaia e l'altra quello di morte. Morire allora è meglio che vivere. Alcuni diventano poveri, altri piangono di non aver avuto figlioli: a tutti Giove assegnò mali".
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