Il coraggio di annunciare Cristo e di offrirsi a un amore più grande: ecco la dote che non deve mancare ai cristiani. Una dote che animò san Joseph, o Giuseppe, Vaz, il cui impegno ridiede vita a una comunità nazionale messa a tacere dalla persecuzione. Il primo santo indiano era nato a Goa nel 1651 ed era diventato prete nel 1676. Si fece subito notare per le sue doti da pastore e per questo venne inviato nel vicariato apostolico di Kanara. Tornato a Goa nel 1684 s'impegnò per dar vita a una comunità di religiosi con membri autoctoni (quelle già presenti erano tutte composte da europei), riuscendo a costituire una comunità della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri. Sentì poi il dovere di volgere la propria attività missionaria verso la comunità cattolica di Ceylon (lo Sri Lanka), dove gli olandesi avevano espulso tutti i preti. Arrivò da clandestino, tra mille difficoltà, a Colombo e si dedicò a un intenso apostolato: alla sua morte nel 1711 i cattolici di Ceylon erano almeno 70 mila.
Altri santi. San Marcello I, papa dal 308 al 309; santa Giovanna da Bagno di Romagna, monaca (XI sec.).
Letture. Romano. Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11.
Ambrosiano. Est 5,1-1c.2-5; Sal 44 (45); Ef 1,3-14; Gv 2,1-11.
Bizantino. At 12,1-11; Lc 17,12-29.
t.me/santoavvenire
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: