Come una scintilla rianimò il fuoco della fede soffocato dalle persecuzioni nello Sri Lanka
giovedì 16 gennaio 2020
Il Vangelo può infuocare il mondo con l'amore di Dio, basta una scintilla per farlo ardere. Proprio come bastò l'opera di un uomo in Sri Lanka per riaccendere la vita della comunità cristiana e ridare speranza alla Chiesa di quella regione. San Giuseppe Vaz era nato a Goa, in India, nel 1651 ed era diventato prete nel 1676, impegnandosi poi dal 1684 per far dar vita a una realtà religiosa "autoctona" nella sua terra riuscendo a costituire una comunità della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri. Volse poi il proprio sguardo verso Ceylon, lo Sri Lanka, dove la Chiesa era stata ridotta al silenzio a causa delle persecuzioni. Così portò il proprio aiuto ai cristiani di quel Paese rimanendo nella clandestinità, fino a giungere alla capitale, Colombo tra innumerevoli difficoltà. Tradusse il catechismo e le preghiere nelle due lingue locali: il tamil e il cingalese. La scintilla fece ardere di nuovo il fuoco della fede: alla sua morte nel 1711 i fedeli cattolici di Ceylon erano almeno 70 mila.
Altri santi. San Marcello I, papa dal 308 al 309; santa Giovanna da Bagno di Romagna, monaca (XI sec.).
Letture. 1Sam 4,1-11; Sal 43; Mc 1,40-45.
Ambrosiano. Sir 44,1.15-18; Sal 111 (112); Mc 1,35-45.
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