Tutti noi guardiamo le previsioni del tempo, al risveglio o prima di uscire di casa, per decidere come vestirci; invece «non c'è una app come quella del meteo che possa suggerirci, oggi, come affrontare la situazione economica o politica del nostro Paese». È l'originale e preoccupato incipit delle Tesi pronunciate ieri a Rapallo dal presidente Alessio Rossi, in apertura del meeting annuale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Il messaggio è chiaro: il Paese galleggia senza una direzione di marcia precisa, come se avesse smarrito la sua bussola. Un atto d'accusa duro e circostanziato, quello lanciato dal numero uno degli imprenditori under 40 nei confronti del Governo. Così duro che è facile prevedere che oggi sarà accolto e rilanciato solo in parte dal leader di Confindustria, che proverà ad intravedere qualche spiraglio e qualche speranza in più nel rapporto con l'esecutivo, secondo il tradizionale "gioco delle parti" tra imprenditori juniores e seniores. Ma la posizione di Rossi è la spia di un malessere profondo all'interno del ceto imprenditoriale del Paese, di fronte a dati oggettivi di crisi come una crescita inchiodata nei dintorni dello zero, una produzione industriale declinante, investimenti in calo e una disoccupazione giovanile troppo alta, a fronte dei quali spesa e debito pubblico sono cresciuti ulteriormente. Trascorso un anno dall'insediamento del "Governo del cambiamento", il bilancio fatto dai Giovani Imprenditori a Rapallo è molto deludente: se un anno fa dallo stesso palco i Giovani Imprenditori chiedevano al Parlamento più giovane della storia repubblicana di stringere un'alleanza con le imprese giovani, «un anno dopo, ancora niente alleanza e niente per i giovani. Solo crescita ingessata» sintetizza Rossi. Servirebbe urgentemente una strategia di reazione condivisa tra politica e produttori, con un'attenzione particolare ai giovani. «Da anni facciamo proposte, ci siamo rivolti a tutti i governi. Stavolta non c'è più niente da aggiungere» chiosa sarcastico Alessio Rossi, che spiega: «Non è che non abbiamo niente da dire, non sappiamo a chi dirlo, perché davanti a noi ci sono solo campagne elettorali interminabili e mai un confronto serio». Appena usciti dalla campagna elettorale europea, è necessario secondo i Giovani Imprenditori che il Governo riattivi una cabina di regìa per la crescita con i protagonisti della crescita stessa, ovvero gli imprenditori. Per tornare "attori positivi" della casa comune europea, prima che altri decidano il destino dell'Italia per conto nostro.
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