Ogni tanto ritornano. Loro: gli adolescenti, i giovani. Alla spicciolata tra cronaca e commenti ma, a ben guardare, con un coerente filo conduttore. I giovani, appetiti da sempre dal mercato, interessano molto come consumatori di fiction (“Prisma”, “Euphoria”, “Corpo libero”, “We Are Who We Are”, “Sex Education”...). E che cosa dicono di loro, a loro stessi e agli adulti avidi di sapere? Chiara Maffioletti (“Corriere”, 16/9) individua una singolare coerenza di temi e accenti: «L'eros incerto domina nelle serie per adolescenti». Spiega Ludovico Bessegato, regista di “Prisma”: «La maggior parte dei personaggi non si definisce. La mia serie parla di questo: della non binarietà, della fluidità, delle indefinizioni». I giovani della fiction «faticano a rientrare in una definizione. Del resto l'identità, l'orientamento non sono fatti statici ma mutevoli, dinamici». Ma questi giovani, venduti e comprati sul mercato dell'intrattenimento televisivo, quanto sono rappresentativi dell'intero universo giovanile? Difficile dirlo. Forse nessuna immagine può racchiuderli tutti. Neanche, per fortuna, quella di altri articoli, di Patricia Tagliaferri (“Giornale”, 10/9): «Un suicidio ogni 16 ore: boom tra gli adolescenti» e le due mezze pagine della “Stampa” (11/9): «Suicidi, allarme giovani» (stessi dati del “Giornale” del giorno prima), compresa l'intervista di Paolo Colonnello alla psicoterapeuta Silvia Vegetti Finzi, che punta il dito contro la scuola: «Nuove generazioni fragili. Tra i ragazzi c'è una debolezza che non ha precedenti». La «fluidità» di Bessegato e la «fragilità» di Vegetti Finzi sono collegate, addirittura le due facce della stessa medaglia? Niente conclusioni affrettate. A sconsigliarle è anche la ricerca Ipsos condotta nel giugno del 2021 tra i ragazzi di 14-18 anni di cui scrive Nando Pagnoncelli sul “Fatto” (15/9), in una pagina intera zeppa di dati interessantissimi. Lo spazio consente solo di riportare l'incipit: «Le preoccupazioni sul futuro dei ragazzi appaiono piuttosto infondate (...). Nel complesso, prevalgono emozioni positive per circa due adolescenti su tre, sia che si chieda esplicitamente quanto sono felici oppure quanto si ritengano ottimisti o, ancora, pieni di energia». Davvero un universo sterminato, impossibile da racchiudere in una formula.
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