Il mondo giovanile sui mass media ha sempre dovuto pagare il prezzo della semplificazione. Si isola un singolo fenomeno e lo si presenta come rappresentativo di un intero universo. Per fortuna i media sono tanti e, dal loro confronto, la complessità emerge, sia pure a fatica. È quanto sta capitando negli ultimi giorni. Sulla “Stampa” (23/4) Elena Stancanelli firma la prima puntata di un viaggio nel mondo giovanile post-Covid: «Giovani e salute mentale. Ragazzi da salvare», che presenta così: «Ho iniziato a pensare a questo viaggio quando alcune delle mie amiche che insegnano a scuola mi hanno parlato dei loro ragazzi e ragazze. Di un’esplosione incontrollata di disagio, angoscia, violenza». Il viaggio comincia con un lungo dialogo con il dottor Stefano Vicari dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Due pagine intere, non sarà certo un’inchiesta superficiale.
La partenza è cupa. Lo stesso giorno, su “Domani”, la pagina di Andrea Casadio – titolo: «La falsa credenza sui giovani. I social non li rendono infelici» – ha un inizio non meno mesto: «In Italia e nel mondo negli ultimi dieci anni è scoppiata un’epidemia di disturbi mentali». I numeri parlano chiaro. Ma c’è una correlazione con l’uso dei social? Per Casadio no, perché il disagio colpisce anche chi sui social non ci sta, e «otto giovani su dieci che soffrono di depressione sono ragazze. Gli smartphone hanno effetto solo sulle ragazze?». Poi, ad aumentare il tasso di complessità, arriva sul “Corriere” (24/4) l’intervista di Virginia Piccolillo alla penalista Paola Severino, che il titolo così riassume: «“I giovani più fragili? No, io li vedo rafforzati”. Il loro impegno come volontari nelle carceri ne è la prova». Si tratta della sua esperienza personale, positiva, con una porzione del mondo giovanile. Attendiamo ulteriori benefici contributi a una lettura più complessa e vera.
Per semplificare c’è chi pratica l’antica e satanica arte dell’allusione mediante accostamenti indebiti. La “Verità” (23/4) apre la prima pagina con questa sparata: «I giornali cattolici tifano per la sostituzione etnica»; poco sotto un sommario ghigna: «Bimba di 9 anni violentata nel Centro richiedenti asilo: camerunense arrestato». Accostamento poi replicato alle pagine 6 e 7. Ennesimo caso in cui il nome della testata non mantiene ciò che promette.
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