Due donne al comando, evviva! Le opposte tifoserie, per Giorgia e per Elly, sono subito scese in campo, spesso con i toni sopra le righe, anzi proprio fuori, delle tifoserie. Resta il fatto che si tratta di una novità epocale, come sottolinea la “Repubblica” (2/3) già in prima pagina, presentando il servizio di Michela Marzano con le foto delle due, di profilo a fronteggiarsi. Titolo: «Elly e Giorgia, duello sulla femminilità». «Non c’è nulla su cui la pensino uguale – scrive Marzano – sebbene siano entrambe donne, giovani e leader». Negativo? No: «La cosa bella, lo ripeto, è che per la prima volta, in Italia, abbiamo due donne leader che affrontano la questione del potere in maniera radicalmente opposta perché è opposto il modo che hanno di vivere il proprio essere donna».
Marzano guarda a entrambe ma sorride a Elly: «La prima (Giorgia, ndr) ha la testa rivolta verso il passato, e giudica, esclude, blocca all’interno di categorie rigide. La seconda guarda ciò che la circonda e sogna un futuro fatto di inclusione e alterità». Le due parole chiave a cui Marzano associa Giorgia ed Elly sono «passato» e «futuro». L’opposta schiera ha toni trancianti da curva: «Schlein regina di un partito che non c’è» (“Giornale”, 1/3) e il discorso potrebbe finire qua, non senza registrare: «Elly già beatificata dai progressisti». Dialogo difficile? Forse perfino inconciliabile a dar retta a “Libero” (2/3) che liquida la questione con un «Elly si mette a capo degli sciacalli».
Si può dialogare con chi non rappresenta nulla e usa metodi da “sciacallo”? Del tutto diverso l’approccio di “Domani” (2/3), testata riconducibile alla sinistra liberal e liberista ma che in questa occasione si affida a uno storico, Lorenzo Castellani, per un contributo dal respiro assai più ampio. Titolo: «Dalla tecnocrazia alla politica. Con Meloni e Schlein si chiude la grande transizione della politica italiana». Secondo Castellani, siamo all’inizio di una storia nuova: «Al commissariamento del sistema politico per mano di tecnici con l’investitura europea corrisponde una reazione uguale e contraria, l’esplosione del populismo antipolitico e l’avvio di nuove trasformazioni dentro la destra e la sinistra». Castellani, alla curva, preferisce la sala Var: osserva, ripassa e valuta. Sapendo che neanche la Var è infallibile.
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