In Italia va in onda da «appena» tre anni, a partire dalla stagione numero quattordici, ma in Austria le stagioni sono state venti, dal 2001 al 2021, con ben 263 episodi. Tanta roba per un giallo ambientato nella cittadina tirolese di Kitzbühel dove i morti ammazzati, almeno nella finzione della serie Soko – Misteri tra le montagne, non si contano più. In questi giorni su Giallo (canale 38 del digitale terrestre) va in onda la replica della sedicesima stagione (il venerdì in prima serata, il sabato intorno alle 13 e il martedì in seconda serata). Comunque, non ci sono mai grandi differenze tra un episodio e l’altro e una stagione e l’altra. Ogni volta, stando almeno alle stagioni arrivate in Italia, ovvero dalla quattordici in poi, la tenente della Polizia Nina Pokorny, aiutata dal collega Lukas Roither, agente specializzato in psicologia, indaga su crimini e delitti che avvengono nella località sciistica austriaca. A dare loro una mano, non certo desiderata, interviene Hannes Kofler, famoso chef e padre di Karin, che per anni è stata membro della squadra investigativa e la protagonista della serie fino alla stagione tredici. Lo chef si trova ad indagare insieme alla contessa von Schonberg. Insomma, Soko è un giallo tradizionale, compresi gli investigatori per hobby, con la differenza che ogni tanto alcune storie sono decisamente torbide. Ad esempio, quella che venerdì ha inaugurato la replica della sedicesima stagione, dal titolo «Elogio funebre», racconta di un padre che uccide il figlio al culmine di una lite perché quel padre aveva qualche interesse di troppo per la fidanzata del figlio, che a sua volta farà una brutta fine. Il padre viene arrestato al termine dell’elogio funebre pronunciato di fronte alle tombe del figlio e della di lui fidanzata. «Mio marito — ammetta la moglie dell’assassino — ha fatto delle cose orribili».
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