U
n tempo, sulla base di un modello patriarcale che vedeva come attore principale il pater familias, l’anziano guidava con autorevolezza la sua famiglia ed era un punto di riferimento imprescindibile per l’intera società, in quanto testimone e mentore della tradizione dei padri, radicato nella realtà e artefice principale dei legami tra le generazioni. Invece, nella società odierna manca la continuità delle relazioni intergenerazionali. Gli anziani, oggi, rischiano di non avere contatti regolari e stabili con gli altri componenti della famiglia, rimanendo isolati e in una posizione di marginalità rispetto al processo di educazione e trasmissione culturale verso le generazioni più giovani. Poter compensare i ruoli perduti, acquisendone dei nuovi e sviluppare la cultura, la curiosità per il sapere e gli interessi, fa sì che la vecchiaia rimanga un’età intensa e attiva della vita. Il compito precipuo dell’anziano può essere, infatti, quello di agire pedagogicamente, di educare e condurre, coltivare e allevare i posteri, per tramandare e perpetuare il patrimonio di umanità di cui è portatore. L’anziano – il nonno o la nonna
– può costituire dunque una risorsa inestinguibile per i giovani discendenti, un esempio di umanità a cui ispirarsi e da cui prendere spunti e ispirazione. Nel microcosmo familiare e nell’ambiente sociale, l’anziano può educare e formare le nuove generazioni alle dimensioni più autentiche dell’esistenza e fare in modo che si realizzi un originario legame intergenerazionale, strumento indispensabile di emancipazione e di umanità. Nella cornice di questa visione, la Fap Acli e i Giovani delle Acli hanno colto la centralità del dialogo tra le generazioni – uno dei grandi assenti della nostra società – evidenziandone la straordinaria importanza per la costruzione di welfare più equi e lungimiranti e per riannodare i fili della memoria, consentendo una comune visione del futuro. Con l’obiettivo di realizzare occasioni di pedagogia sociale tra generi e generazioni, è nato nel 2023 il progetto congiunto tra la FAP e GA dal titolo “Generi e Generazioni”, dentro il quale sono stati coinvolte numerose province che hanno partecipato ad una serie di incontri, come quello di Trento (in cui è andato in scena un bellissimo spettacolo teatrale dal titolo “Due memorie”), Bologna e Subiaco (RM), dove anziani e giovani provenienti da diverse realtà italiane si sono confrontati su temi svariati quali la pace, l’ascolto e il mutuo sostegno. L’obiettivo è stato precipuamente quello di costruire un ponte tra due mondi solo apparentemente lontani e antitetici ma che, con la forza del dialogo e della comprensione reciproca, possono condividere buone pratiche e conoscenze, nonché percorsi ed esperienze comuni, scambiandosi vicendevolmente momenti di profonda empatia.
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