La saggezza è qualità che traspare in ogni gesto, in ogni parola di chi la possiede, ecco perché i semplici sanno riconoscere fin da subito i veri maestri. Così la comunità cristiana di Brescia non ebbe dubbi a scegliere san Gaudenzio come successore del settimo vescovo della città, Filastrio, morto nel 387 o 388. Fu inviata una delegazione in Terra Santa, dove Guadenzio - prete cresciuto proprio alla scuola di Filastrio - si trovava da pellegrino. Ma lui non si reputava degno, si sentiva incapace di scrivere trattati, compito che riteneva necessario per un buon pastore. Dovette però accettare la volontà della sua comunità e la richiesta dello stesso sant'Ambrogio, che conosceva il carisma del Gaudenzio predicatore. Proprio le sue omelie divennero testi scritti che cominciarono a circolare tra fedeli e sacerdoti. Alla morte, nel 411 o 412 per tutti era già santo.
Altri santi. San Miniato di Firenze, martire (III sec.); beato Carlo Gnocchi, sacerdote (1902-1956).
Letture. Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40.
Ambrosiano. At 10,34-48a; Sal 95 (96); 1Cor 1,17b-24; Lc 24,44-49a.
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