“Protagoniste” è dedicata alle donne. Quelle che in molte parti del mondo vivono vite non libere. Ogni 15 giorni in questo spazio racconteremo storie di donne che con creatività, intelligenza ed empatia stanno provando a cambiare il destino di altre donne.
Quando per la prima volta entrò in un drugstore americano, Freweini Mebrahtu restò senza fiato. Aveva 18 anni, era nata e cresciuta in Etiopia e non poteva credere che lì, allineati sugli scaffali, ci fossero decine, centinaia di assorbenti igienici, di tanti tipi diversi e a un prezzo abbordabile. «Pensai a tutte le ragazze che avevo lasciato indietro...», racconta ora. Ragazze che del ciclo e della sua funzione non sapevano nulla finché non ne venivano sorprese. Come una malattia, come una vergogna. Ragazze che non andavano a scuola per giorni interi, ogni mese, perché non avevano a disposizione né tamponi né toilette decenti. Una situazione più che diffusa: in Etiopia il 75% delle donne e delle ragazze si arrangia con foglie secche e stracci (Unicef). Non si tratta solo di igiene: le conseguenze sono che una ragazza su 10 salta la scuola per motivi correlati al ciclo, una su 2 nelle aree rurali. Non è un caso che la percentuale di abbandono scolastico femminile nel Paese sia del 50% e quella maschile il 30%. Ciò significa deficit di istruzione rispetto ai coetanei maschi, con conseguente perdurare dell'emarginazione economica e sociale. Com'è ingiusto tutto questo, visto dal nostro emisfero: una funzione fisiologica sana, naturale, che contraddistingue il femminile, diventa un'ennesima fonte di discriminazione.
A tutto questo pensava Freweini Mebrahtu nel 1983, in quel drugstore della città americana in cui anni dopo divenne ingegnera chimica. Pochi giorni fa è stata nominata “Eroe dell'anno” dalla emittente televisiva “Cnn” grazie alle preferenze espresse dagli utenti dei social network nell'ambito di una campagna che intende onorare «individui che offrono contributi straordinari al miglioramento della vita degli altri». La 55enne Freweini nel 2009 ha fondato la “Mariam Seba Sanitary Products Factory” (dal nome della figlia) nella città di Mekella-Macallé, nel nord dell'Etiopia, dove è ritornata dopo gli studi americani: la sua fabbrica produce 750mila assorbenti lavabili e riutilizzabili all'anno.
Freweini Mebrahtu - dal sito web di Mariam Seba Sanitary Products Factory
Particolare non irrilevante: alla “Mariam Seba” lavorano 43 donne, che possono usufruire di permessi maternità pagati e di un asilo nido aziendale – l'unico in tutta l'Etiopia – per i figli. Nel 2014 due filantropi americani, impressionati dal lavoro di Freweini, hanno fondato la ong Dignity Period, che acquista l'80% della produzione e la distribuisce gratuitamente. In cinque anni migliaia di scolare della regione del Tigray hanno potuto beneficiare del kit sanitario sufficiente per più di un anno. I risultati sono incredibilmente positivi: le assenze delle alunne nelle scuola visitate da Dignity Period sono diminuite del 23%. «Ho capito cos'è la libertà», afferma una giovane in un video pubblicato sul sito della ong, che raccoglie donazioni a partire da 5 dollari (tanto costa un kit).
Non si tratta solo di depotenziare uno stigma ancestrale, ma di sradicare una profonda ingiustizia di genere. Secondo l'Unesco, 100 milioni di adolescenti sono escluse dal sistema scolastico: le cause sono molte e una di queste è sicuramente il ciclo mestruale e il mancato accesso a dispositivi sanitari. In Kenya due terzi delle donne non possono permettersi gli assorbenti, in Malawi costano l'equivalente di un giorno di salario. In altri casi il ciclo è talmente stigmatizzato che le ragazze «in quei giorni» si vergognano a uscire di casa, come in alcune regioni dell'India, o vengono segregate nelle stalle, come nelle zone più remote del Nepal.
Concludendo: «normalizzare» il ciclo è prima di tutto una questione di dignità e di parità. Consentire a tutte le ragazze di finire il percorso scolastico è (sarebbe) anche un potente fattore di crescita per le economie locali. Più donne istruite, più sviluppo. L'“eroe dell'anno” Freweini insegna.