Scrive sul suo profilo Facebook Vera Gheno, la sociolinguista più cliccata dagli italiani: «Un amante della lingua ha un fremito di piacere per ogni parola scelta con cura, per ogni periodo costruito con attenzione; ma è anche positivamente incuriosito da un neologismo, da un forestierismo insolito, da un termine dialettale mai sentito prima, e perfino da tutto quello che devia dalla norma, perché racconta qualcosa della persona che l'ha pronunciato o scritto. Un amante della lingua è curioso, cerca di capire, consiglia, ma molto raramente condanna, perché sa quanto è varia, complessa, mutevole e delicata la conoscenza linguistica. Un grammarnazi odia, sputa sentenze, si arrocca su posizioni anacronistiche, rifiuta il cambiamento, pensa di dover lottare in difesa della purezza della lingua italiana. In poche parole, si fa venire la gastrite e le rughe. E tu, chi vuoi essere?». Ho pensato che potevo orientare la sua perorazione verso l'opinione pubblica ecclesiale digitale, discostandomene un poco nella parte finale (perché non voglio riferire a fratelli nella fede parole come "nazi", "odiare", ecc.; la stessa Gheno ne avverte il peso). Dunque, anche un amante della Chiesa ha un fremito di piacere per ogni liturgia celebrata con cura, per ogni catechesi costruita con attenzione; ma è anche positivamente incuriosito da un nuovo modo di annunciare il Vangelo, da un'inculturazione insolita, da un termine teologico mai sentito prima, e perfino da tutto quello che si allontana dalla norma, perché racconta qualcosa della persona e della comunità che l'ha pronunciato o scritto. Un amante della Chiesa è curioso, cerca di capire, consiglia, ma molto raramente condanna, perché sa quanto è varia, complessa, mutevole e delicata la conoscenza del Vangelo e della Tradizione. Ma c'è anche chi si arrocca su posizioni anacronistiche, rifiuta il cambiamento, pensa di dover lottare in difesa della purezza della Chiesa di sempre. In poche parole, si fa venire la gastrite e le rughe. E tu, chi vuoi essere?
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