L'istituto della previdenza sociale renderà noti la prossima settimana gli importi ufficiali delle pensioni del clero in vigore per il 2015. L'assegno mensile, pari al trattamento minimo dei lavoratori dipendenti, sale a 502,38 euro, con una differenza sul 2014 di appena 2 euro. Il nuovo importo annuale è di 6.530,94 euro.L'adeguamento si applica anche alle maggiorazioni mensili - dette anche "supplementi" o "quote aggiuntive" - che spettano ai sacerdoti pensionati per ogni anno di contributi, versato nel Fondo Clero, dopo aver superato l'anzianità minima di 20 anni. Il nuovo importo della maggiorazione è di 5,81 euro per anno. Per effetto di questi adeguamenti, una pensione sacerdotale con 40 anni di contributi viene liquidata in 618,58 euro lordi, pari alla somma del trattamento minimo e delle maggiorazioni per 20 anni di versamenti.Ai sacerdoti già pensionati e delusi dai nuovi importi irrisori è dovuta una spiegazione. Quest'anno, sulle operazioni di adeguamento hanno inciso diversi provvedimenti che tutti insieme hanno prodotto il risultato aritmetico di due euro.Tutte le pensioni del 2014 hanno infatti goduto di una rivalutazione maggiore del previsto, l'1,2% invece dell'1,1% accertato a fine anno. Ed è sulla minore aliquota che si applica l'aumento Istat per il 2015 di uno 0,30%. Inoltre gli stessi pensionati dovranno restituire all'Inps lo 0,1% percepito in più nel 2014, anche sulla tredicesima. Il recupero avverrà entro il prossimo mese di febbraio. Concludendo, l'aumento effettivo si attesta a poco più di un euro.Cumulo pensioni. Solo per i sacerdoti docenti di religione, che possono spuntare una pensione ex-Inpdap al lordo tra i 1.502 e i 2.003 euro, si passa alle buone notizie. La percentuale di aumento della pensione, gia liquidata nel 2014 al 90% dell'aliquota intera sale infatti dal 90 al 95%. Quindi per lo stesso 2014 non il 90% dell'1,2% ma il 95% dell'1,1%. Circa due terzi dei sacerdoti pensionati percepiscono la pensione del Fondo Clero insieme a quella Inps per insegnamento. I sacerdoti ricevono una intera rivalutazione su entrambe le pensioni ma in maniera separata, non quindi sull'importo cumulato degli assegni (circ. Inps 7/2014).La presenza di due pensioni obbliga tuttavia l'Istituto ad operare una ritenuta di un terzo sulla pensione del clero, come stabilisce la normativa del Fondo. È plausibile, quindi, che sulle fasce di pensione 1.500/2000 euro l'aumento irrisorio e il conguaglio negativo sulla pensione del clero siano compensati dallo 0,5% in più stabilito per la pensione da docente del 2014. Stessi aumenti e conguagli scattano anche per i cappellani.
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