A Capodanno sulla principale rete Rai «Striscia la... bestemmia», davanti a milioni in festa, e il giorno dopo su L'Osservatore (p.2) in basso a destra un trafiletto di 12 righe: sorpresa e rammarico per il «fuori controllo». Su questo (3 gennaio) circa 40 articoli con spari ad alzo zero: «Bufera Rai, Osservatore Romano attacca»! (Sole 24Ore, p.1), «Rai: l'ira del Vaticano»! (Repubblica, pp.1 e 6), «Il Vaticano scomunica la Rai»! (Libero, p.7), e via di questo passo. Un finimondo: addirittura «scomunica», «attacco»? Il termine si è letto anche qui, ma poi nel testo si è imposto il senso della realtà. Che poteva fare di più leggero, «il Vaticano»? Far finta di niente come le tre scimmiette, mentre si strilla che il dovere è dare comunque le notizie? Ma c'è di peggio. Sul Tempo (p.9) straripanti accuse di un personaggio da qualche decina di anni ai vertici Rai con varie funzioni: «Bestemmia, Chiesa e giochi di potere: vi spiego io cosa succede in Rai». Lui denuncia: «Il Vaticano» in Rai è onnipotente e prepotente. Ma dai! Fosse vero, come spiegare che lui è sempre lassù? Dunque, follia, e fa il paio con un'altra, freschissima. Per le prossime elezioni comunali di Roma un possibile candidato usa come slogan il suo «rifiuto degli indifferenti». Altro scandalo, e bufera molteplice: ha "plagiato" Gramsci! E così ieri: «Marchini cita Gramsci, rabbia e ironia sui social» (Repubblica, p.9). E in varie pagine proteste di dotti e arrabbiati: usurpazione indebita... Può capirsi, ma il «rifiuto degli indifferenti» ben prima di Gramsci lo si trova pure altrove, radice anche della cultura di Gramsci. È esplicito nell'Apocalisse (3,14): «So tutto di voi. So che non siete né freddi né caldi. Magari foste freddi o caldi! (...) Per questo comincerò a vomitarvi dalla mia bocca!». Questo, sì, un vero... attacco!
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