La vicenda degli youtuber “TheBorderline”, al centro della tragedia di Casalpalocco, ha dato il via alla caccia all’esperto. Tra il 17 e il 19 giugno sono scesi in campo Massimo Recalcati intervistato da Walter Veltroni (“Corriere”, 17/6); Paolo Di Paolo (“Repubblica”, 17/6); Paolo Crepet per due volte, intervistato da Emanuela Minucci (“Stampa”, 17/6) e da Walter Veltroni (“Corriere”, 19/6); Massimo Ammaniti intervistato da Maria Novella De Luca (“Repubblica”, 18/6). Oltre, nelle loro rubriche, a Massimo Gramellini (“Corriere”, 17/6), Beppe Severgnini (“Corriere”, 18/6) e Concita De Gregorio (“Repubblica”, 18/6). Una valanga di parole in cui è possibile rintracciare un filo conduttore: i ragazzi sono esecrabili, ma la riflessione più profonda la meritano i genitori, le aziende che finanziano le Challenge (sfide) e ci guadagnano sopra, e i followers senza i quali i pesci resterebbero senza acqua in cui sguazzare. In ordine cronologico: «Mi accontenterei che le aziende, grandi e piccole, smettessero di finanziarli» (Gramellini). «L’uso dei social genera una dipendenza tossica: l’assenza di pausa, l’assenza di intervallo» e l’iPhone è come il seno materno: «Se tu stacchi un ragazzo dal cellulare…» (Recalcati). La famiglia è «l’unico ambiente che può davvero incidere su questa deriva» (Crepet). «Chi finanzia gli esibizionisti?» (Severgnini). «La deriva dei like come un’arancia meccanica. E gli adulti diventano complici (…). Ai genitori dico: per favore crescete e difendete i vostri figli dalla dipendenza dai social» (Ammaniti). «I complici dei “like”. Se anche i follower sono responsabili» (Pier Luigi Del Viscovo, “Giornale”, 18/6). Su genitori e figli: «C’è un armistizio: io ti faccio fare quello che vuoi, tu non mi infliggi la tensione di un conflitto (…). Il conflitto generazionale è sparito. Non è un bene» (Crepet).
Intanto in cronaca non tutto sembra chiaro. «Uccidono bimbo e fanno più soldi. Dopo l’incidente a Roma i video dei Borderline spopolano. E loro incassano» (titolo di “Libero”, 18/6). «Sul canale social insulti e fan in fuga» (“Corriere”, 18/6). «Gli youtuber lasciano: “Noi segnati per sempre”» (“Giornale”, 19/6). «I TheBorderline provano a chiedere scusa» (“Stampa”, 19/6). «Gli youtuber in fuga dai social» (“Repubblica”, 19/6). Magari fosse finita, ma non lo è.
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