Faccio selfie, dunque esisto
In un testo premonitore, lo scrittore Paul Valéry vaticinò, nel 1928, che allo stesso modo in cui l'acqua o il gas della rete arrivano, senza un nostro sforzo diretto, nelle nostre case, così verrà il giorno in cui ci nutriremo di immagini, le quali nasceranno e si spegneranno automaticamente. Quel giorno è arrivato, e viene servito in dosi sovrabbondanti, un torrente che nessun rubinetto è in grado di controllare. Fotografare è divenuto un atto spontaneo, una forma svelta di comunicazione, un'espressione banale e divertente delle nostre socialità.
Un testo della psicanalista Elsa Godart, Faccio selfie, dunque esisto, ben mostra quel che c'è in gioco, in forma dichiarata o latente, in tale inondazione di immagini che quotidianamente ci sommerge: un disperato desiderio di essere, anche se non sappiamo cosa; la volontà compulsiva di condividere che siamo stati lì, in quel momento, in quella situazione e in quel luogo, sovrapponendo il nostro esibizionismo a ogni altra condivisione di ragioni e o di senso. Riceviamo e trasmettiamo immagini che si ritiene aumentino, messe in rete, la realtà. La verità è che il loro risultato, nella maggior parte dei casi, ridonda in un immenso impoverimento comunicativo. Quando riduciamo il mondo a un'accumulazione di immagini semplificatrici, le immagini semplificatrici si sostituiscono alla complessità del mondo.
Un testo della psicanalista Elsa Godart, Faccio selfie, dunque esisto, ben mostra quel che c'è in gioco, in forma dichiarata o latente, in tale inondazione di immagini che quotidianamente ci sommerge: un disperato desiderio di essere, anche se non sappiamo cosa; la volontà compulsiva di condividere che siamo stati lì, in quel momento, in quella situazione e in quel luogo, sovrapponendo il nostro esibizionismo a ogni altra condivisione di ragioni e o di senso. Riceviamo e trasmettiamo immagini che si ritiene aumentino, messe in rete, la realtà. La verità è che il loro risultato, nella maggior parte dei casi, ridonda in un immenso impoverimento comunicativo. Quando riduciamo il mondo a un'accumulazione di immagini semplificatrici, le immagini semplificatrici si sostituiscono alla complessità del mondo.
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