Organizzare l'estate è più difficile che affrontare un anno di scuola. La scuola è cadenzata da orari e calendari precisi. L'estate è spesso tutta da inventare. Specie per chi abita in città, ha i genitori che lavorano e non può trasferirsi da nonni che hanno una casa al mare o in campagna. Il rischio di rinchiudersi in casa e di legarsi al computer come a una catena non è da sottovalutare. Internet ti dà l'impressione di non essere mai solo. Sono in tanti a rispondere a un tuo clic. Tanti ma lontani, una folla ma spesso anonima. Meglio estate-ragazzi, allora. Tocca ai Comuni, o ad altre associazioni che si assumono l'incarico di riempire l'estate dei bambini, rendere piacevole, accattivante e interessante l'esperienza di chi vi partecipa. Le piscine, i parchi, un'escursione in montagna, una sosta in riva a un lago, una puntata al mare, una camminata tra i boschi: forse non sono impossibili da organizzare. Siamo generosi con i piccoli. Anche un'estate meno soffocante, un'estate meno ingabbiata aiuta i bambini ad avere più fiducia nella vita. E quando si è piccoli, c'è bisogno di accumularne tanta, per spenderla nei momenti più difficili, che sempre arrivano. Dovrebbe diventare senso comune l'idea che se regaliamo serenità ai bambini e ai ragazzi, facciamo molto non soltanto per loro, ma anche per noi. Non si tratta di soddisfare capricci, ma bisogni essenziali per crescere meglio. Riuscire a far stare bene i bambini d'estate, significa anche aiutarli a scoprire gli altri, a confrontare emozioni, desideri, aspirazioni. Stare bene insieme significa essere più attenti al vicino, dare e ricevere aiuto, assistere al nascere di una imprevista amicizia. Un tempo, per i bambini che vivevano in campagna, questo avveniva in modo naturale. Bastava uscire di casa e ci si incontrava in strada, nei cortili o nei prati. Oggi è un privilegio di pochi. La maggior parte dei bambini vive in città e quando esce in strada trova le auto parcheggiate davanti al portone o sopra il marciapiede. Sta a noi adulti restituire ai piccoli le libertà che meritano, gli spazi nei quali misurarsi con ostacoli e avventure. Le occasioni, insomma, per sentirsi vivi. Se crediamo davvero nel futuro, sui bambini dobbiamo investire, non risparmiare.
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