sabato 22 maggio 2021
Ah, questi giornali colmi di cattive notizie! Giusti i lamenti; sennonché molti di quanti si lagnano sono i primi a cercarle, le cattive notizie. Non occorre inventarle perché la cronaca ne è prodiga: bombe e morti in Medioriente, migranti annegati, stupri... Però basta non giudicare il mare dalle onde che s'infrangono sugli scogli, dalla schiuma e dal fragore; basta andare un poco al largo, nella pancia dei giornali, nelle pagine interne per trovare il respiro di notizie buone, che pure esistono anche lontano dalle pagine di "Avvenire".
Esiste per esempio il barbiere Christian Plotegher, che nella sua bottega di Rovereto (Trento) fa i capelli a bambini e ragazzi autistici. Racconta la sua storia Riccardo Bruno sul "Corriere" (21/5): «Mi piace interagire con questi ragazzi, l'empatia che si riesce a creare. E non ha prezzo la gioia dei genitori». Mica facile. Plotegher ha studiato, ma non basta. Come toccare chi non sopporta nemmeno di essere sfiorato? Luci soffuse, silenzio, spazi appositi prima e dopo l'orario di chiusura per evitare la confusione… Una carezza. Arrivano perfino da Milano. «Ho intenzione di creare un'associazione e riunire tutti i barbieri che sono disposti ad accogliere soggetti autistici o disabili. Penso che si possa creare una rete».
Ci sono italiani che si dedicano a disagi tanto poco considerati quanto capaci di rendere difficile, quasi impossibile la vita a molti di noi, a cominciare da chi, guarito dal Covid, non ha più riacquistato l'uso di gusto e olfatto. Sulla "Repubblica" (21/5) Elena Dusi dialoga con vari specialisti. Attenzione, il titolo («La clinica dei sensi perduti») è fuorviante: non c'è "una clinica", ci sono vari specialisti che studiano il fenomeno e intervengono, come Paolo Boscolo Rizzo, professore di rinologia all'Università di Trieste: «Potrebbe sembrare un problema da niente (…), ma chi ne soffre sa quanto insopportabile sia la sensazione. C'è chi smette di mangiare e cucinare, chi è perseguitato da sensazioni rivoltanti». Piccole cose? Solo per chi non ne è colpito.
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