Economia, contiamo poco ma più di niente
lunedì 8 gennaio 2024

Contiamo davvero poco, pochissimo, se guardiamo a come va il mondo. Contiamo poco come persone, come famiglie, come Paese. Relegati ai margini di un gigantesco ingranaggio progettato e comandato altrove, ci sentiamo ostaggio di interessi a noi lontani. Tutto vero? Più o meno.

Come in un vortice, fatti e sensazioni si mischiano e si confondono al punto da farci sembrare ancora più irrilevanti di quanto non siamo realmente. E, peggio ancora, ci sentiamo autorizzati a chiamarci fuori, a sentirci deresponsabilizzati, a rinunciare addirittura a capire fino in fondo quel che ci capita intorno. Parte di qui Zerovirgola, nuova rubrica di “Avvenire”: chi scrive ci è appena approdato, e ringrazia per l’ospitalità. Riprendendo il filo di alcuni discorsi avviati digitalmente negli anni passati su Kordusio, blog di incroci finanziari e attraversamenti pedonali, qui l’ambizione è quella di guardare – facendosi aiutare dai numeri - ai grandi temi economici e sociali: per provare a capirli per come sono, perché ci coinvolgono, perché c’è un piccolo o grande spazio di manovra. Anche dal basso.

Cominciamo con due numeri, allora. Che danno la misura dell’urgenza di alcuni problemi in cerca di soluzioni e delle leve – spesso dimenticate – che abbiamo a disposizione. Partiamo, come prassi, dalla buona notizia: 5.289 miliardi di euro. A tanto ammontava, secondo la Banca d’Italia (bancaditalia.it), la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane a metà 2023, a cui fanno capo case e altri beni immobiliari per un valore analogo. Morale, gli italiani dispongono di un patrimonio complessivo di circa 11mila miliardi di euro, una cifra che corrisponde a oltre cinque volte il Pil stimato dal Fondo monetario internazionale per l’Italia nel 2024 (2.080 miliardi di euro), un dato atteso in lieve crescita (+0,7%) sul 2023, quando una cifra di poco inferiore è valsa l’ottava posizione in classifica a livello globale, con una quota pari al 2,09% della ricchezza prodotta in tutto il pianeta. Poco, ma non pochissimo. D’altronde è anche grazie a questo gigantesco tesoro privato se finora non è stato espulso dal novero delle grandi potenze un Paese politicamente piuttosto volatile e irrilevante come il nostro.

Ed è proprio questa montagna di valore che dovrebbe farci riflettere sulle leve di cui dispone l’Italia e gli italiani, chiamati a decidere dove allocare una cifra che scritta per esteso fa rabbrividire: 11.000.000.000.000 di euro. Meglio il materasso, i titoli azionari, gli immobili, il debito, le criptovalute? Dovunque venga investita questa ricchezza, spesso frutto del risparmio delle generazioni che ci hanno preceduto, si farà sentire. Alla faccia del Paese che non conta nulla.

Infine, la brutta notizia. Siamo al debito, che è problema non solo di casa nostra: l’International Institute of Finance ogni tre mesi ne monitora l’andamento globale, e dai loro calcoli a metà 2023 si è toccato il nuovo record globale di 307 mila miliardi di dollari, poco meno di 40mila dollari per abitante. Più dell’ammontare, però, spaventano i crescenti allarmi che arrivano da ogni dove. L’ultimo l’ha lanciato il “New York Times”, che a metà dicembre ha intitolato un lungo articolo (https://tinyurl.com/2shjhe9k) “Il problema del debito è enorme. E gli esperti dicono che il sistema per risolverlo è rotto”. Ecco il punto: il mondo, oggi, è in grado di gestire impegni ancora da onorare per una cifra che vale oltre tre volte (il 336%) la ricchezza prodotta in un anno su scala globale? È urgente agire, ma anche capire.

Per tutti, pure per chi vale zerovirgola qualcosa. Ci torneremo!

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