Di questo passo, sarà più facile trovare un idraulico che un candidato sindaco? La sequenza di titoli (9/6), dopo l'avviso di garanzia alla sindaca di Crema, è monotona e sconfortante: «Indagano sindaco perché un bambino si è fatto male all'asilo. Poi nessuno si vuole candidare...» ("Libero"). «Bimbo ferito, sindaca indagata. L'ira dei primi cittadini: basta. Rivolta contro le norme troppo rigide» ("Giornale"). «Colleghi in rivolta: "Tutti in piazza" (...). "Troppi rischi e responsabilità"» ("Repubblica"). «Ira dei primi cittadini: cambiare la legge» ("Corriere"). Da destra a sinistra al centro, compatto e unanime è il coro dai municipi e, di rimbalzo, sui quotidiani. Ma il grido di dolore non è una resa, anzi. A Crema, alla sindaca Stefania Bonaldi il cremasco Beppe Severgnini ("Corriere", 10/6) chiede: «Sceglierebbe ancora di fare il sindaco?». Risposta: «Lo rifarei. Certo uno non deve pensare troppo ai rischi potenziali». Quindi non ha torto Roberto Pella, sindaco di Valdengo e vicepresidente dell'Anci, quando constata ("Stampa", 10/6): «Rischiamo che il sindaco non lo voglia fare più nessuno, soprattutto nei piccoli centri», all'interno dell'ampio servizio di Luca Monticelli, dal titolo: «La rivolta dei sindaci: "Noi, assediati dai pm, vittime di leggi sbagliate"». Eppure gli stessi sindaci invitano se stessi e gli aspiranti a non demordere, come Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci: «Candidati a fare il mestiere più bello del mondo. Sì. Ne vale la pena» ("Corriere", 10/6), e le sue sono le parole di chi, pur collezionando avvisi di garanzia, rimane innamorato della sua città e della sua gente. Certo, qualche dubbio potrebbe venire leggendo ("Stampa", 10/6) di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma dal 2012, «Indagato sette volte, finora sempre assolto», che dichiara a Francesco Grignetti: «Io affronto tutto con serenità, ma è pesante. E sono incredulo (...). Agli occhi della procura, conta solo la firma del sindaco all'ultima pagina. Paga solo lui».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: