La nebbia del mattino, ricoprendo la valle, dava l'illusione di essere sulla sponda di un lago mentre Assisi, ancora avvolta nella notte con le sue case di pietra appena illuminate dalle luci delle strade, prendeva l'aspetto di un irreale presepio. Solo un sottile filo dorato segnava l'orizzonte: era l'alba lontana. Un gallo se ne accorse e avvertì con un grido il convento delle Benedettine, i frati Francescani e il Sacro Convento, che stava per incominciare un nuovo giorno. Porte e finestre si aprirono anche per i partecipanti al Simposio internazionale di «Religioni e mondo del lavoro per la conversione nucleare e lo sviluppo nel Sud del mondo», indetto dal comitato per una Civiltà dell'Amore. Padre Piemontese, custode del Sacro Convento, nella sua relazione nella sala del convegno ebbe parole semplici che possono chiarire, a chi non è addentro al problema, cosa comporta la conversione delle armi nucleari in progetti di sviluppo per i poveri del mondo. E lo raccontò con una storia di san Francesco che una notte aveva sognato di prepararsi in armi per una guerra in Puglia, dove avrebbe ottenuto il grado di cavaliere. La notte seguente ha di nuovo la stessa visione, ma sente una voce che dice: «Perché cerchi il servo in luogo del padrone?». Allora Francesco risponde: «Cosa vuoi che io faccia Signore?». «Ritorna, risponde il Signore, alla tua terra natale perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione». Francesco che voleva conquistare il mondo con le armi lo conquista invece con quelle del dialogo, del servizio, della riconciliazione, del perdono e della fraternità.
L'impegno di disarmo nucleare assunto dalle nazioni del mondo all'Onu il 28 maggio 2010 e sottoscritto dai principali detentori di testate nucleari, apre la strada alla conversione di queste nuove armi in energia di pace e in risorse per uno sviluppo e un nuovo equilibrio civile ed economico del mondo. Armi che in un attimo di follia potrebbero per la prima volta nella storia dell'uomo, distruggere la nostra terra per sempre, possono invece attraverso questo progetto, «Megatons per lo sviluppo», diventare una realtà raggiungibile. Scienziati, lavoratori, sindacati, governanti sono chiamati, ognuno nel proprio campo, a un impegno forte e convinto. Infine anche tutti noi se dedicheremo qualche minuto per spiegare la bellezza di questo nuovo modo di usare di una potenza inventata per la distruzione e ora proposta per il miglioramento di tante situazioni di povertà, questo che sembra un sogno diventerà realtà raggiungibile. Noi non ci rendiamo conto di quanta potenzialità può avere anche solo il partecipare con la parola, con un'opinione, con una preghiera alla soluzione proposta da questo progetto finché diventi opinione comune e spinga i governi e le istituzioni a camminare su questa strada. «Disarmare la fame» potrebbe essere il motto di questa associazione di volontariato che da anni opera nei Paesi poveri con la realizzazione di microprogetti, ma che ora aspetta anche da ognuno di noi l'appoggio per una vera conversione di tutti alla vera pace.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: