Neculai Negrii ha 60 anni, è romeno e da quindici inverni dorme come può su una panchina nella piazzetta antistante la chiesa di San Giorgio Albanese, pesino italoalbanese dell'entroterra cosentina. Il paese è piccolo e tutti conoscono quest'uomo che sopravvive accanto a loro mangiando quello che capita e soprattutto, in inverno, difendendosi come può dal freddo dell'Appennino calabro. Nei giorni scorsi ha battuto per caso la testa sulla panchina diventata la sua casa, perdendo un po' di sangue. Un incidente che gli ha cambiato la vita. I carabinieri della stazione cittadina, che di tanto in tanto passavano a controllarlo, hanno notato le tracce ematiche sulla seduta, temendo fosse stato malmenato. E non si sono limitati ad archiviare burocraticamente il caso, lavorando per identificare il clochard e individuare un familiare che potesse prendersene cura. Comparando le impronte digitali del sessantenne con quelle in possesso del Consolato romeno, sono riusciti a dargli un nome. L'aiuto dei diplomatici è stato fondamentale pure per risalire ai suoi congiunti in Romania, individuando un figlio 26enne felicissimo di riabbracciare il papà che non vedeva né sentiva da oltre dieci anni. Il giovane ha pagato pure le spese di viaggio necessarie per riportare il genitore a casa. Finalmente.
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