Don Alberto Ravagnani, popolare prete youtuber che "Avvenire" segue sin dai suoi primi video, stabilisce un dialogo con Fedez, popolarissimo rapper, a proposito della pedofilia nella Chiesa (vi fa riferimento il recente brano "Roses") e la cosa, ovviamente, fa notizia. Lanciando su Google la stringa «fedez ravagnani» si ha un'idea di quanto e come, anche spostandosi dalla colonna «Tutti» a quella di «Notizie» e a quella di «Video». Per verificare direttamente di cosa si tratta, rimando appunto a due video riassuntivi ( bit.ly/2Z5ng5z e bit.ly/2Z7dK1y ) presenti su Youtube. Per ragionarci su, sottolineo innanzitutto che la forma del dialogo è quella delle stories su Instagram. Ovvero: siamo su un social, e in esso in una modalità particolarmente volatile, quella delle storie, che se non vengono «archiviate» dai loro autori scompaiono dopo 24 ore. Tale forma non può certo esaurire una questione tra le più gravi e dibattute nella vita della Chiesa contemporanea, ovvero il fenomeno dei preti che abusano sessualmente di minori. Certo, le battute sono scambiate con stile «pacato» e «civile», come tutte le cronache sottolineano, ma rimangono al primissimo livello della questione: «ci sono dei preti pedofili»; «sì ma la maggioranza dei preti fa del bene ai ragazzi»; «sì, ma ai vertici della Chiesa prevalgono logiche di potere, lontane dal Vangelo»; «sì, ma ultimamente si è fatto molto, e poi il Vaticano è solo una parte della Chiesa, e poi si comincia a cambiare dal basso». Dunque, il buono di questa vicenda va visto altrove. Fedez ha ragione quando valuta positivamente (lui dice «fighissimo») la possibilità di «creare un serio dibattito tramite stories, speriamo diventi di moda». Don Ravagnani ha ragione quando, senza calcolare né i rischi né i vantaggi, si mette a dialogare con Fedez su un tema ecclesiale di rilevanza sociale, sapendo quanto il rapper sia in grado di «influenzare» gli stessi ragazzi che frequentano gli oratori. «Due mondi» (un prete e un rapper) che parlano allo stesso «mondo».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: