Due blog che stanno accompagnando con regolarità la Chiesa nel cammino sinodale hanno dato spazio, negli ultimi post, ad altrettanti “bambini”. Il primo è Giovannino, quello dell'aforisma di Rousseau. Lo cita Maria Elisabetta Gandolfi nel suo settimanale “Indice del Sinodo” su “Re-blog” ( bit.ly/3OfWsX2 ). A tema il caso della diocesi francese di Vannes e del «divario generazionale» emerso dalle sintesi della fase d'ascolto, con «le generazioni più giovani» che «chiedono più trascendenza, chiarezza dottrinale e visibilità dal clero». A fronte di un resoconto “pro domo sua” del blog della Fraternità lefebvriana, l'autrice segnala che la diocesi «non prospetta l'unica ricetta di un ritorno agli abiti liturgici tradizionali o al latino, ma una molteplicità di vie possibili». Perché, se per insegnare il latino a Giovannino bisogna conoscere Giovannino, così, «dopo che abbiamo capito chi è il nostro “Giovannino”, dobbiamo anche domandarci perché lui voglia tanto imparare il latino e se davvero la risposta alla sua domanda è una sola...». Il secondo è Sinodino, nuovo protagonista della “Fantaecclesia” inventata da Fabio Colagrande su “Vino Nuovo” e ora alle prese anch'essa con il Sinodo. È un piccolo impertinente, che “provoca” i soggetti ecclesiali affinché non anestetizzino il cammino avviato. Quella di ieri è la quarta delle sue incursioni ( bit.ly/3Hu0Uz9 ) ed è ambientata in un'assemblea parrocchiale «a porte chiuse», intenta alla sintesi conclusiva della fase di ascolto. Lanciando sassi da fuori, costringe il parroco ad aprire la finestra e lo interroga: «Li avete sentiti i non credenti? E i cristiani delle altre confessioni?». Suscita l'irritazione del sacerdote, che pare preoccupato solo di sbrigare la pratica, ma anche l'interesse di alcuni dei presenti, e infine ammonisce tutti scrivendo sull'asfalto: «Sinodo: occasione perduta...».
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