Venerdì, l"editoriale di "Liberazione" è un comando: "Doppiezza e politica devono divorziare". Vale anche per il giornalismo? Perché quella prima pagina è doppia al quadrato: di cattivo gusto e di furberiola un po" guappesca. Grande titolo di apertura, infatti sul dramma di Ariel Sharon: "Il "re di Israele" sta per morire". "Il re di Israele"! A "Liberazione" nessuno ha pensato che quelle parole fanno pensare ad altro, e diventano di pessimo gusto? Tanto più che a fondo pagina c"è, disgraziatamente, la pubblicità delle "Parabole" di quell"Altro "Re di Israele", strumentalizzate ai fini del "partito"? O ci hanno pensato? E allora è peggio. Per loro. Alla doppiezza furbesca, poi, stessa pagina, provvede l"annuncio in basso a sinistra: "Berlusconi e Bertinotti da Vespa: il primo faccia a faccia tra leader". Un vanto: due "Leader", alla pari" Autopubblicità che ri-perde il senso della misura già smarrito lassù nel titolone. Diversa doppiezza, stesso giorno, sul paginone dell""Unità"(p. 13) dedicato per 7 colonne alle angosce del partito: "Ruini dopo Ruini? In Vaticano il rebus della successione". Tutta la redazione è preoccupata e raccoglie coraggiose chiacchiere rigorosamente anonime su uomini, tempi, modi e scadenze della Cei, in vista di quello che chiama "il nodo della gestione delle elezioni politiche". E" questo il problema? Interferenza o conversione? "L"Unità" ha qualche proposta? O qualche desiderio? Lo dica. Si informi, però. Lì accanto infatti dà come novità che la Chiesa riconosce ai gay "eguale dignità". Detta così è acqua calda: chi lo ha mai negato?
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: