Spietati killer stanno colpendo alcuni dei comparti più in vista dell'agricoltura nazionale. Non è una semplice curiosità di cronaca, ma un serio problema tecnico che si trasforma in una questione economica di rilievo. È il segno di quanto ancora la produzione agroalimentare sia sottoposta ai condizionamenti della natura e del clima. Vincoli che, in questo caso, colpiscono sotto forma di batteri e di insetti che metteno in serio pericolo i raccolti più importanti dell'agroalimentare nostrano.
Il primo killer in questione è già stato riconosciuto, si tratta di un batterio (Psa è il nome), che è complicato e difficile combattere e che colpisce l'actinidia. «L'andamento climatico degli ultimi due anni " ha spiegato Confagricoltura che ha lanciato l'allarme ", caratterizzato da una lunga stagione fredda accompagnata da piogge, ha creato il terreno favorevole alla proliferazione di questo organismo, particolarmente aggressivo». In questo modo, la malattia si è diffusa molto rapidamente nel Lazio (area di maggiore produzione in Italia), creando allarme per una coltivazione di grande valore economico: oltre il 30% della produzione nazionale arriva da questa regione. Addirittura, nelle zone di Latina e dei Castelli sembra che il grado di infestazione abbia una progressione spaventosa, con una perdita del 70% del raccolto. Un disastro di fronte al quale è stato chiesto di agire «prontamente» attivando unità di crisi, coordinando gli interventi, adottando piano straordinari di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia. Già, perché il problema è anche un altro: la diffusione in altre aree agricole dello Stivale. Se la coltivazione è concentrata soprattutto nel Lazio, altre piantagioni sono in Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. In quest'ultima regione, fra l'altro, le gelate hanno già compromesso i raccolti tra il 30 e il 40%. Come fare di fronte ad un evento di questo genere? Oltre ai risvolti tecnici, le organizzazioni agricole non hanno dubbi: vanno anche previste congrue misure di sostegno per gli agricoltori danneggiati.
Così come non ci sono dubbi sulle cause e sui rimedi contro l'invasione di cavallette segnalata da Coldiretti in molte zone d'Italia e soprattutto in Veneto. Migliaia di cavallette sono infatti comparse all'improvviso e si muovono velocemente divorando tutto ciò che trovano sulla loro strada: vigneti Doc e cereali, orti, frutteti e le altre coltivazioni. Niente di biblico, ma semplicemente l'effetto dei cambiamenti climatici che hanno provocato uno sviluppo anomalo di questi insetti. Il risultato è il rischio, secondo i coltivatori, di veder divorati in pochi giorni decine e decine di ettari di coltivazioni. Una situazione critica di fronte alla quale sembra non siano sufficienti i normali mezzi colturali. Per questo, Coldiretti ha richiesto interventi specifici e aiuti diretti.
Rimane il tratto comune alle due vicende: la natura non fa sconti nemmeno alla progredita agricoltura del XXI secolo.
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