È forse il più grande dei paradossi del nostro tempo: essere perennemente connessi l'uno all'altro grazie alla tecnologia, ma terribilmente soli, separati dalla realtà, ingannati da identità false e mutevoli, prigionieri di una rete piena di trappole e menzogne. A metterci in guardia contro le insidie del mondo virtuale arriva il primo film del documentarista Henry Alex Rubin, Disconnect che intreccia varie storie così come su Internet si incrociano superficialmente i rapporti tra le persone. Complice un falso profilo su Facebook due bulletti giocano un brutto scherzo a un introverso compagno di scuola umiliandolo pubblicamente e spingendolo a un drammatico gesto. Un detective lavora sul furto di identità di cui è vittima una coppia in crisi, una reporter televisiva indaga sulle video chat hard con minorenni. Computer, cellulari e tablet, droga contro la solitudine, sono protagonisti del film tanto quanto gli attori in carne ed ossa, quarantenni e adolescenti disconnessi dalla vita vera e alla disperata ricerca di un vero contatto umano.
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