Custodire la verità della dottrina e difendere il popolo: i pastori della comunità cristiana sono chiamati a tenere insieme questo duplice compito, al cui centro c’è la relazione tra Dio e l’umanità. E proprio su questi due fronti, distinti ma integrati, s’impegnò san Sofronio di Gerusalemme, che dovette combattere la diffusione delle eresie ma anche resistere alla minaccia del califfato che gravava al tempo sulla Città Santa. Siriano di Damasco, fu eletto patriarca di Gerusalemme nel 634, quando la Palestina si trovava a vivere sotto la paura dell’imminente invasione da parte di Abu-Bekr, suocero di Maometto e del califfo Omar. Ma da patriarca Sofronio dovette affrontare anche l’eresia del monotelismo che, affermandone la sola volontà divina, di fatto indeboliva la figura di Cristo, svilendo di fatto la sua natura umana. Assieme a Massimo il Confessore, Sofronio cercò di combattere con vari scritti l’eresia che usciva dalla stessa corte imperiale di Costantinopoli. Nel 637 dovette consegnare la città al califfo Omar, ottenendo però la libertà di culto per i cristiani. Morì di lì a poco. Di lui ci sono pervenute alcune poesie e lettere.
Altri santi. San Pionio di Smirne, martire (III sec.); beato Giovanni Righi da Fabriano, religioso (1489-1539).
Letture. Romano. Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32.
Ambrosiano. Is 31,9b–32,8; Sal 25 (26); Ef 5,1-9; Mc 6,1b-5.
Bizantino. Eb 10,32-38; Mc 2,14-17.
t.me/santoavvenire
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